L’Assoagenti valuta di fare causa a Claudio Gentile dopo le sue parole: “Mi hanno fatto fuori dalla Nazionale perché volevo minacciare alcuni procuratori”
L’agente ha poi difeso la propria categoria: “È l’ora di finirla, qualsiasi cosa succeda è sempre colpa nostra. Facciamo il nostro lavoro e non prendiamo quelle decisioni di cui spesso ci assumiamo la colpa per coprire un giocatore oppure un club. Muoviamo molti soldi, è vero, ma gli ingaggi stellari sono la conseguenza di un mercato sempre più esagerato. Se un centravanti viene venduto a 100 milioni è chiaro che lo stipendio trattato dall’agente non possa essere di un milione, ma di 7-8”. E ancora: “Alcuni club ci fanno la guerra perché i nostri assistiti se ne vanno a parametro zero, quando poi le squadre italiane tesserano tanti calciatori dall’estero pagando zero euro il cartellino”.
Beppe Galli: “Gentile provi ciò che dice”
L’Assoagenti da tempo auspica un confronto con le squadre di Serie A. “Solo la Fiorentina ci ha ricevuti. Con Commisso e Barone abbiamo vedute differenti su alcuni temi, ma abbiamo capito che possiamo collaborare per il bene del calcio. La salute del pallone è anche un nostro interesse. Non siamo mostri come veniamo dipinti da chi non trova colpevoli” ha spiegato Galli, che ha chiesto poi le scuse di Gentile: “Prima deve rendersi conto delle dichiarazioni gravissime rilasciate a Repubblica. Poi chiedere scusa e fare i nomi, in modo da aiutarci a individuare quei colleghi a cui si riferisce. Come in ogni categoria ci possono essere delle mele marce, ma se Gentile non dice chi l’avrebbe danneggiato, portando prove, l’intervista è stata solo un’ondata di fango da cui metterci al riparo. Per l’assenza dalla panchina lunga 17 anni, a quel punto, dovrà trovare altri responsabili”.
Claudio Gentile, proprio sulle pagine di Repubblica, aveva raccontato: “Sono stato cacciato dalla Nazionale perché avevo minacciato di denunciare alcuni procuratori che volevano offrirmi denaro, molto denaro, per convocare in Nazionale i loro giocatori. Li cacciai tutti! Io stesso non ho mai avuto un agente. Guarda caso, da quel momento qualcuno me l’ha giurata”. Non era mancato neppure un duro paragone: “La parola che mi viene in mente è mafia, senza neppure un Totò Riina al quale dare la colpa: io non so chi mi abbia fatto saltare in aria”.
