Claudio Sterpin, ospite a Quarto Grado, è tornato a parlare della morte di Liliana Resinovich, escludendo l’ipotesi di suicidio e puntando ancora il dito contro Sebastiano Visintin. “Non ci sono prove che dimostrano che non avevamo una storia e che non stesse per lasciare il marito, ma neanche il contrario. Era la nostra verità, era un segreto. L’unica prova che ho per dimostrarlo sono le lenzuola che mi portò a novembre e su cui dormo tuttora. Lei lo considerava il primo acquisto per la nuova casa”, ha affermato.
Poi ha ribadito che Liliana Resinovich avrebbe manifestato le sue intenzioni a Sebastiano proprio nei giorni della scomparsa. “Tutto sarebbero venuto alla luce dopo il 20 dicembre, quando saremmo rientrati dal weekend trascorso insieme. Il 16 avrebbe dovuto avvertire Sebastiano Visintin. Io sono abbastanza sicuro che gli avesse già detto qualcosa, lui nega”. E sulla fede della vittima, che non è stata ritrovata insieme al corpo: “Lei l’aveva addosso quando stava con me, non l’aveva mai tolta così come io non ho mai tolto la mia. Per me è un ricordo che non si cancella. Non so se quel giorno abbia avuto un motivo per toglierla”.
L’alibi di Sebastiano Visintin non convince Claudio Sterpin
Claudio Sterpin non è convinto neanche della ricostruzione che Sebastiano Visintin fa dell’ultima mattina in cui Liliana Resinovich era sicuramente in vita. “Non sono nessuno per dire se fosse realmente in laboratorio o meno. L’unica cosa che posso dire per quanto riguarda il suo alibi è che lui ha dichiarato alla Polizia che alle ore 9 era a consegnare coltelli in Galleria Rossoni, mentre in realtà è andato a farlo la sera prima, cioè il lunedì sera alle ore 18. La mattina successiva era invece viceversa in via Carducci, angolo via Battisti, a pochi metri dal negozio. Questo è scritto sul suo percorso tracciato dalle celle telefoniche. Me lo ha detto chi ha fatto indagini accurate”.
Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, invece, sostiene che la sua versione sia insindacabile, perché aveva con sé una telecamera che riprendeva il suo percorso con la bici. “La GoPro è sicuramente manipolabile ed è sicuramente stata manipolata. Non è escluso che lui tutte le cose che ha detto che ha fatto il giorno 14 le possa avere fatte almeno in parte il 15”, ha replicato Claudio Sterpin.