Vota in favore dell'obbligo vaccinale il segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati: in collegamento con Stasera Italia esterna la sua opinione

Secondo l’ex segretario generale della Cgil, europarlamentare del Partito Democratico dal 2009 al 2019, Sergio Cofferati, bisognerebbe introdurre l’obbligo vaccinale. Il green pass, a suo modo di vedere, serve a poco, e l’unica via percorribile sarebbe quindi quella di introdurre il vaccino a tutti per legge. A spiegarlo è stato lo stesso Cofferati, ospite ieri sera in collegamento con il programma di Rete 4, Stasera Italia News, classica striscia delle ore 20:30 condotta da Veronica Gentili. “Considero il green pass uno strumento utile – sono le parole dell’ex sindacalista in diretta televisiva sul quarto canale – ma nulla di più. Il vero problema non risolto, e bisognerebbe fare in fretta nel trovare una soluzione, è quello dell’obbligo vaccinale”.



Quindi spiega più nel dettaglio: “Ci vuole una legge che costringa tutti ad essere vaccinati. Io sono vaccinato e non rappresento un pericolo per nessuno – argomenta la sua affermazione – la persona non vaccinata è un pericolo che gira, nei bar, nei ristoranti, nei luoghi di lavoro, non si capisce per quale ragione questo pericolo non debba essere affrontato e risolto. E non lo risolvi con il green pass, che stimola alla vaccinazione, ma non è la chiave risolutiva del problema”.



COFFERATI: “POPOLO NO VAX? NON SONO COSI’ POCHI…”

Molti sono convinti che il popolo no vax sia composto da pochi isolati casi, ma secondo Cofferati non sarebbe proprio così: “Non credo che i non vaccinati siano pochi”. A breve scatterà la terza dose di vaccino, il richiamo, così come autorizzato dall’Aifa nelle scorse ore: “Adesso tra i vaccinati si ricomincerà a vaccinare i più fragili, quindi il numero di chi è a rischio tra chi deve fare la terza dose, quelli che non hanno fatto nulla è molto alto. Con il green pass si stimola a risolvere qualcuno di questi a risolvere il suo problema, che diventa il problema della comunità e dall’altra parte non si arriva alla conclusione. L’unica conclusione certa – ribadisce ancora una volta Cofferati – è la legge”.

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