Torino, colf peruviana a processo nonostante vertebre fratturate: il giudice chiama ambulanza e dispone indagine. Si era lanciata da finestra polizia per fuggire dopo arresto
Non riusciva a reggersi in piedi, difficile farlo del resto con due vertebre rotte. Nonostante ciò una colf peruviana di 53 anni è stata portata comunque all’udienza del processo per direttissima. Le sue condizioni fisiche e psicologiche di estrema sofferenza non hanno fatto desistere i poliziotti, che l’hanno portata in tribunale. Qui però il giudice è stato costretto a chiamare subito un’ambulanza. È successo a Torino, dove una donna era stata arrestata per resistenza e lesioni in quanto aveva dato un calcio ad una gente. Una volta in commissariato, ha cominciato a chiedere di tornare dalla figlia. Lo ha fatto per ore, poi ha provato a scappare saltando da una finestra. E così si è fratturata le due vertebre. Ma il suo arresto, come ricostruito da Repubblica, non è considerato legittimo dal giudice. Quindi, la donna è stata liberata. Nel frattempo, il tribunale ha inviato gli atti in procura per capire cosa sia successo e come mai fosse in quelle condizioni. Il pm Fabiola D’Errico si è recata dalla donna per ascoltare la sua testimonianza, ma sono stati acquisiti già i video delle camere di sicurezza di via Tirreno per trovare riscontro alle sue dichiarazioni.
COLF A PROCESSO NONOSTANTE VERTEBRE ROTTE
Ci sono tanti aspetti di questa vicenda da chiarire. A partire dall’arresto, passando per le difficoltà nell’identificazione della donna, quindi l’incidente della finestra nelle camere di sicurezza, poi l’assistenza. Stando a quanto riportato da Repubblica, nessuno ha avvisato la figlia dell’arresto, se non quando le è stato chiesto di portare il busto alla madre. Dalla cartella clinica però emerge chiaramente, secondo il quotidiano, che la colf peruviana non poteva reggersi in piedi senza quel sostegno. Dopo aver trascorso una giornata tra ospedale e altri uffici per l’identificazione, è stata portata al commissariato San Paolo per la notte, poi al Palagiustizia per l’udienza di convalida dell’arresto. In aula sono rimasti tutti di stucco.
A chiamare la polizia era stato un passante che aveva provato a bloccare la donna che era in stato confusionale: sembrava volersi buttare sotto le auto. Per la polizia era ubriaca e violenta, inoltre aveva precedenti per resistenza. “Sicuramente lei era in una situazione di fragilità psicologica evidente già quando sono arrivati gli agenti in corso Trapani, ma tutto quello che è successo fino al momento dell’udienza in quelle condizioni appare davvero sconcertante”, ha dichiarato l’avvocato Ornella Fiore, che assiste la donna con la collega Eleonora Celoria.
