Com’è morto Adolfi Celi/ Nel 1986 un attacco di cuore prima di salire sul palco

- Elisa Porcelluzzi

L'attore Adolfo Celi è morto nel 1986, a soli 63 anni, in seguito a un attacco di cuore prima di salire sul palco a Siena. È sepolto nel cimitero monumentale di Messina, sua città natale.

Adolfo Celi in Amici miei Wikipedia 640x300 Adolfo Celi nel ruolo del professor Sassaroli in "Amici miei" (Wikipedia)

Adolfo Celi: la morte improvvisa nel 1986

Adolfo Celi, nato a Messina il 27 luglio 1922, è morto a Siena il 19 febbraio 1986, a 63 anni. Adolfo Celi e Vittorio Gassman, con i ragazzi della “Bottega fiorentina”, avevano preparato lo spettacolo “I misteri di Pietroburgo” di Dostoevskij. La sera del debutto al Teatro di Siena, Celi prima di entrare in scena ebbe un attacco di cuore che non superò. “Sono sbigottito: Celi era felice del lavoro che avevamo preparato per questa “prima”. La scomparsa di Adolfo Celi è per me una grande perdita; era un uomo di spettacolo, di grande umanità; per me un fratello; una guida ideale per questi ragazzi che, adesso, proseguono senza di lui, pur molto scossi, ma molto orgogliosi di andare avanti nel suo nome e nel suo ricordo”, disse Gassman, che prese il suo posto sul palcoscenico, su la Provincia, subito dopo la morte dell’amico e collega. Adolfi Celi è scomparso esattamente 40 anni dopo la morte del padre, avvenuta il 19 febbraio 1946. È sepolto nel cimitero monumentale di Messina, sua città natale.

Adolfo Celi: i ruoli più noti dell’attore

Adolfo Celi è stato l’indimenticabile professor Sassaroli di “Amici miei”. Nella fiction “Sandokan”, con Kabir Bedi, ha vestito i panni dello spietato Lord James Brooke. Nel 1965 ha interpretato il malvagio Emilio Largo, l’antagonista di James Bond nel film “Agente 007 – Thunderball (Operazione Tuono)”, di Terence Young. Quasi cento film, tra cinema e televisione. Adolfo Celi ha recitato per Ermanno Olmi in “E venne un uomo”, per Carol Reed in “Il tormento e l’estasi”, per Mario Monicelli in “Amici miei” e “Brancaleone alle crociate”, ma anche per Luis Buñuel e Marco Leto. “Quando lavorava, si divertiva. Era un professionista, studiava tutto e sapeva recitare in cinque lingue”, ha ricordato l’ultima moglie Veronica Lazar su Repubblica.





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