Comunali Bari, Laforgia e Leccese divisi al primo turno/ Il ‘campo rotto’ di Pd e M5s: “al ballottaggio…”

- Niccolò Magnani

Il campo largo si è rotto a Bari: Michele Laforgia e Vito Leccese correranno entrambi alle Elezioni Comunali, “divisi al primo turno. Possibile ticket al ballottaggio”. Gli sceanri

Leccese vs Laforgia Vito Leccese e Michele Laforgia, i candidati di Pd e M5s alle Comunali Bari (ANSA 2024, Paolo Laforgia)

IL CAMPO “ROTTO” DELLA SINISTRA A BARI: VITO LECCESE E MICHELE LA FORGIA CORRONO DIVISI AL PRIMO TURNO

Due mesi di veti, discussioni, liti, strappi, Primarie annullate in extremis, finiscono in nulla: il “campo largo” non tiene e i due candidati presenti finora nell’area di Centrosinistra… rimarranno tali. Vito Leccese in quota Pd-Verdi-Azione e Michele Laforgia in quota M5s-Sinistra Italiana saranno entrambi presenti sulla scheda elettorale il prossimo 8-9 giugno per le Elezioni Comunali Bari 2024: l’ultima fumata nera è giunta stamani nella riunione congiunta con i responsabili delle due candidature che hanno preso atto non esserci un accordo unitario su alcun “terzo nome” dopo le fortissimi lite intercorse tra Partito Democratico e Movimento 5Stelle.

«Confermiamo la nostra volontà di restare entrambi in campo in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno», hanno spiegato Leccese e Laforgia durante l’incontro a Bari, aggiungendo come però resta valida l’ipotesi di un accordo unitario nell’eventuale ballottaggio: «Anche se andremo divisi al primo turno, vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante». Con una stilettata lanciata alle basi dei rispettivi partiti, l’ex capo di gabinetto di Decaro (Leccese) e l’avvocato Laforgia ricordano che il dialogo tra di loro «non si è mai interrotto. Che entrambi abbiamo accettato la candidatura a sindaco allo scopo non di dividere, ma di unire le forze progressiste. E che entrambi, in queste settimane, abbiamo cercato una soluzione che potesse fare sintesi delle diverse esigenze dei partiti, dei movimenti e delle associazioni che compongono il fronte progressista». Un accordo però non è stato possibile e dunque si presenteranno entrambi contro il Centrodestra riunito da Fabio Romito (Lega) cercando di perdere ulteriore tempo in contrasti e polemiche che rischiano di allontanare ulteriormente un elettorato già confuso di suo nelle ultime settimane tra attacchi, inchieste giudiziarie e scontri all’interno della stessa “parte politica”, per l’appunto quel “campo largo” che ora sembra più “rotto” che altro.

IL PARADOSSO DEL DOPO-DECARO: PD-M5S “UNITI CONTRO LE DESTRE”… MA SOLO ALL’EVENTUALE BALLOTTAGGIO

Alle rispettive liste collegate, Leccese con Laforgia proporranno nelle prossime ore un patto che preveda l’impegno comune a garantire la trasparenza di tutte le liste, dopo i guai giudiziari e politici generati dalle inchieste su presunto voto di scambio e corruzione di molti esponenti dem in Puglia e nella provincia di Bari. Divisi al primo turno, con potenziale “ticket” da costruire all’eventuale ballottaggio, il tutto ovviamente se dovesse passare al secondo turno il candidato del Centrodestra e uno dei due sfidanti del “campo largo”. Le Comunali di giugno saranno dunque una sorta di “spareggio” interno per la sinistra, con la scelta sul campo che spetterà ai singoli voti degli elettori.

L’impegno comunque sulle liste, concludono Vito Leccese e Michele Laforgia all’ANSA, è quello di un sostegno «reciproco in caso di ballottaggio e, qualora uno fra noi venga eletto Sindaco, la disponibilità a costruire una squadra di governo che valorizzi le esperienze e le competenze di entrambi gli schieramenti». Dalle inchieste allo strappo di Conte a due giorni dalle Primarie, dall’idea di Nicola Colaianni candidato da Vendola per raccogliere tutte le istanze della sinistra, fino ora al primo turno da divisi: le peripezie della sinistra pugliese – in realtà trasposto anche a livello nazionale con lo scontro Conte-Schlein sul futuro del campo largo – proseguono e a meno di due mesi dal voto rischiano di porre la pesante eredità di Antonio Decaro su un piano ancora più “inclinato”.





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