Nuovo rapporto strategico dagli Usa su miniere di Cobalto in Congo, conferma il monopolio della Cina sull’estrazione del materiale, che è arrivato all’80%. Da Pechino finanziamenti controllano ormai quasi tutto il mercato mondiale dell’approvvigionamento, anche per gli ioni di litio fondamentale per la transizione energetica e la produzione di batterie per auto elettriche. Una guerra sui metalli rari che già si preannuncia calda anche sul fronte dei diritti umani, che sistematicamente vengono violati dalle aziende che sfruttano il lavoro minorile e non assicurano giusto compenso ai minatori.
Inoltre Pechino non sta mantenendo le storiche promesse di costruzione infrastrutture e servizi in cambio delle garanzie di accordo commerciale. Già nel 2016, come dimostra un’inchiesta del quotidiano Die Welt, gli Usa avevano pubblicato un documento nel quale si affermava il predominio cinese sul cobalto in Congo, che produce il 70% di tutto il materiale venduto. Ora la conferma, con aggiunta anche di pressioni e accordi tra governi, per tagliare fuori i paesi occidentali come Stati Uniti e Ue dal commercio e dall’attività estrattiva.
Usa cerca accordi con il Congo per il Cobalto, industrie UE più caute
La ripresa dei rapporti tra Usa e Congo per ottenere un posto nella corsa all’approvvigionamento del cobalto, è passata anche attraverso accordi in merito ad una maggiore protezione dei diritti umani, dopo che le promesse della Cina si sono rivelate fallimentari. Le aziende europee però sono più caute, come afferma il Die Welt, in particolare le industrie automobilistiche tedesche come BASF e BMW, che invece starebbero cercando opzioni in Marocco e Perù.
I timori sarebbero soprattutto legati all’instabilità politica del governo del Congo, con un altissimo tasso di corruzione soprattutto per quanto riguarda i progetti legati alle miniere. Anche la Russia sta cercando appoggi e compromessi per infiltrarsi nella catena estrattiva ed assicurarsi un ruolo nel commercio dei metalli rari. E il debito crescente dei paesi dell’Africa in quell’area potrebbe causare conseguenze dovute ad ulteriori mancati accordi con la Cina che al momento, come confermano gli analisti del settore non è in una posizione ideale per le negoziazioni. L’Ue dovrebbe quindi cercare alternative ed evitare di entrare in ulteriori conflitti.