REGIONALI LOMBARDIA: COTTARELLI SI RITIRA, “NO UNITÀ PD-TERZO POLO. MORATTI INACCETTABILE”
Carlo Cottarelli non sarà il candidato del Centrosinistra alle prossime Elezioni Regionali in Lombardia nella primavera 2023: ad annunciarlo lo stesso senatore Pd in una lunga intervista a “LaRepubblica”, aprendo la piena “crisi” Dem in vista del voto amministrativo del prossimo anno. Dalla Lombardia al Lazio, per il Pd al momento non vi sono gli elementi per raggiungere una piena alleanza con il Terzo Polo ma neanche con il M5s, visto quanto detto ieri da Giuseppe Conte in conferenza stampa. Il tempo passa, il Congresso si “allontana” e una decisione sulle candidature sembra sempre più complessa da prendere in quanto in casa Dem non vogliono farsi “determinare” dai possibili alleati. Con il risultato però che in questo momento contro Attilio Fontana (che oggi ha comunicato «Giorgia Meloni mi ha confermato che il candidato del centrodestra sono io. Il mio nome non è ancora stato ufficializzato dalla coalizione perché si stanno definendo gli ultimi dettagli anche sulle altre Regioni al voto») in casa Pd ancora latita un nome certo.
Cottarelli si ritira e non lo fa con parole di circostanza: «Avevo semplicemente detto, che, se fosse stata fatta una proposta da un’alleanza ampia e con una condivisone forte di programma, io l’avrei considerata seriamente. Ma così non è stato». L’alleanza a cui puntava l’economista che nel 2018 per alcune settimane fu anche Premier incaricato, era quella tra i liberal democratici del Terzo Polo e i social democratici del Pd: «ciò di cui ha bisogno la Lombardia e in generale l’Italia, per me. Ma al momento non ci sono le condizioni, dato che il Terzo polo ha annunciato sostegno per la Moratti». Qui il punto dolente: la candidata di Renzi e Calenda, appena dimissionaria dalla giunta di Centrodestra in Lombardia, secondo Cottarelli non rappresenta il nome giusto su cui puntare la candidatura progressista. Spiega ancora a “Rep”: «Quello di Letizia Moratti è un nome molto difficilmente accettabile, anzi, non accettabile dal Partito democratico e per validi motivi vista la sua storia politica, anche recente». Cottarelli racconta di aver sentito anche Calenda negli scorsi giorni, ma prima che si concretizzasse l’ipotesi Moratti: l’ipotesi “ticket” per le Regionali Lombardia viene comunque scartata da Carlo Cottarelli, «È un errore secondo me, perché un ticket fra me e Moratti così non è possibile. Forse avrebbe potuto essere considerato se il Pd, principale partito della coalizione, avesse potuto esprimere il candidato presidente, la guida politica, tenendo Moratti come vice. Ma neanche questa ipotesi è percorribile, ora».
LOMBARDIA E LAZIO, CAOS REGIONALI PER IL PD: D’AMATO IN RAMPA DI LANCIO MA…
Davanti alle motivazioni addotte da Carlo Cottarelli circa il suo “ritiro” dalla candidatura alle Elezioni Regionali in Lombardia, la voragine in casa Pd si apre visto che la sola proposta fatta dal Terzo Polo sul nome di Letizia Moratti ha scatenato un mezzo putiferio con un candidato come l’economista oggi senatore, di fatto, già bruciato. All’interno del Partito Democratico le anime più di “sinistra” tendono ad escludere ancora oggi il nome della ex sindaco di Milano, mentre l’ala più riformista (ma oggi anche Luigi Zanda prende la medesima posizione, ndr) considera il nome seppur proposto dal Terzo Polo come quello in grado di sbaragliare la concorrenza “spaccando” il Centrodestra. Al momento però a spaccarsi sembra più la coalizione “larga” di Centrosinistra che tra M5s, Calenda e Letta non riesce a trovare l’accordo su nessun nome comune.
Giuliano Pisapia (ma è da convincere), così come Emilio Del Bono (sindaco di Brescia) e lo stesso Giuseppe Sala: i nomi ci sono, ma nessuno al momento appare in procinto di essere candidato. L’intenzione è sempre quella di costruire un’alleanza più larga per poter sconfiggere il Centrodestra: al momento però la speranza sembra decisamente lontana, specie vedendo le difficoltà di dialogo nel Centrosinistra anche sull’altro fronte delle Elezioni Regionali, il Lazio. Qui il Terzo Polo da tempo ha lanciato il nome di Alessio D’Amato, assessore alla Sanità uscente della giunta Zingaretti ribadendo l’assunto con Carlo Calenda ancora stamane, «Eppure sarebbe un accordo facile: un nome del Terzo Polo sostenuto dal PD (che ha possibilità di vincere) in Lombardia e un nome del PD sostenuto dal Terzo Polo nel Lazio. Ufficio complicazione affari semplici». Le parole durissime usate ieri da Conte in conferenza stampa – «le condizioni le poniamo noi se si fa l’alleanza Pd-M5s. No inceneritore di Gualtieri» – allontanano sempre di più il ticket “campo largo”, in teoria avvicinando l’ala riformista con un nome condivisibile dal Terzo Polo. D’Amato da par suo annuncia per giovedì un maxi evento al teatro Brancaccio di Roma dove dovrebbe lanciare la sua candidatura a Governatore del Lazio: «Non sarò il candidato del Terzo Polo, ma candidato unitario», fa sapere oggi l’assessore. Intanto Zingaretti, neo-deputato Pd, annuncia: «Domani mattina interverrò alla Corte dei Conti al decimo giudizio di parifica della Regione Lazio. Immediatamente dopo firmerò le mie dimissioni da presidente». A quel punto la campagna elettorale si aprirà anche nel Lazio e gli accordi/scontri tra Dem e Terzo Polo entreranno ancora più nel vico: senza Cottarelli e con un D’Amato ancora tutto da capire con quali sostenitori.