Gli uomini calvi hanno più probabilità di contrarre il Coronavirus e quindi rischiano maggiormente di morire? È questa la tesi avanzata di recente da uno studio condotto dalla Brown University statunitense e che tira in ballo gli ormoni maschili, involontariamente responsabili nell’aiutare il Covid-19 a entrare nelle nostre cellule e fungendo insomma da ‘porta d’ingresso’. Come è noto l’ormone androgeno rappresenta una delle cause che provocano la caduta dei capelli negli uomini e la ricerca in questione, effettuata su alcuni casi di contagio riportati dalle strutture ospedaliere spagnole (la penisola iberica è stata tra le aree maggiormente colpite dalla pandemia), è già stata ribattezzata “Gabrin sign”, ovvero il segnale di Gabrin dato che il primo a notare clinicamente questa correlazione è stato il dottor Frank Gabrin, anch’egli calvo e purtroppo deceduto a causa della malattia. “La calvizie secondo noi è un predittore della gravità del Coronavirus” ha spiegato il professor Carlos Wambier, uno dei principali coordinatori dello studio effettuato presso l’ateneo che ha sede nella città di Providence, nello Stato americano del Rhode Island.
COVID-19, UOMINI CALVI PIU’ A RISCHIO CONTAGIO: ECCO PERCHE’
Tendenzialmente gli uomini diventano calvi col passare degli anni per via dell’ormone maschile androgeno ma la correlazione con il Covid-19 è stata notata solo di recente dopo che il team di ricerca della Brown University ha ipotizzato che lo stesso ormone possa fungere da pericoloso recettore per il virus. A confermare questa intuizione è anche un rapporto pubblicato da Public Health England che rivela come gli individui di sesso maschile e in età lavorativa abbiano di fatto il doppio delle probabilità di morire a causa del contagio da Coronavirus rispetto alle donne, mostrando come gli ormoni maschili giochino un ruolo decisivo favorendo in qualche modo l’ingresso del virus nelle cellule. Prendendo in esame una serie di casi relativi a ben due studi diversi condotti nelle strutture sanitarie spagnole della capitale Madrid, il professor Wambierha rilevato un numero definito abnorme e “sproporzionato” di episodi di contagio gravi tra i pazienti uomini e che presentavano forme di calvizie. Un dato su tutti: su uno dei campioni presi in esame, e che annoverava 122 pazienti, circa il 79% dei positivi erano calvi, mentre una indagine parallela ha fatto registrare un tasso percentuale leggermente inferiore ma comunque elevato (71%). Ora si attende che la ricerca venga ulteriormente approfondita e che nuove evidenze arrivino su campioni di pazienti molto più consistenti in modo da dare allo studio una evidenza scientifica più sicura.