Covid, AY.4.2 è sotto variante di Delta/ Cresce in Inghilterra ed è più trasmissibile
La mutazione AY.4.2 del Covid sta crescendo in Inghilterra, dove si è registrato un aumento di casi: è una sotto variante della Delta

In Inghilterra è stata riscontrata la mutazione AY.4.2 del Covid-19: si tratta di una sotto variante della Delta. Gli scienziati stanno cercando di comprendere se essa sia la causa dell’aumento del numero di positività che si sta registrando in queste settimane nel Paese, ma al momento la risposta sembrerebbe essere negativa. Il virus in questione, infatti, è presente in quelle aree da mesi. Ad oggi rappresenta ancora soltanto il 10% dei casi sequenziati.
Due esperti che si sono occupati di studiare tale sotto variante (Jeffrey Barrett, direttore della Covid-19 Genomics Initiative presso il Wellcome Sanger Institute di Cambridge, e Francois Balloux, direttore dell’University College London Genetics Institute), secondo quanto riporta il Corriere della Sera, hanno evidenziato che essa è dal 10 al 15% più trasmissibile di Delta. È impossibile, al momento, tuttavia, stabilire con certezza e affidabilità quale sia il livello di pericolo che da essa deriva. L’aspetto rassicurante, ad ogni modo, è che finora non si sta diffondendo in maniera «esplosiva» come accaduto invece con il ceppo originario.
Covid, AY.4.2 è sotto variante di Delta: è lei la causa del boom di contagi in Inghilterra?
In molti si stanno domandando dunque se la mutazione AY.4.2 del Covid-19, una sotto variante della Delta, sia la causa del boom di contagi registrato nelle ultime settimane in Inghilterra. La risposta pare sia “no”. Essa, infatti, è diffusa soltanto in alcune zone geografiche del Paese, in un modo che sembrerebbe finora casuale.
Le principali ragioni dell’aumento nel numero di contagi nel Regno Unito, per gli esperti, sono piuttosto altre. In primi l’addio a qualsiasi forma di restrizione che in precedenza era in vigore nel Paese a contrasto della diffusione del Covid-19 e successivamente il calo nel tasso di immunità della popolazione. Gli inglesi, infatti, sono stati tra i primi in Europa a vaccinarsi contro il virus e adesso, trascorsi sei mesi, gli effetti dei sieri sembrerebbero stare inevitabilmente diminuendo.
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