Era fine febbraio quando l’Italia chiese un aiuto urgente per far fronte alla diffusione sempre più massiccia del Coronavirus ma l’Unione Europea avrebbe ignorato la richiesta proprio mentre il virus approdava in Europa. E’ quanto emerso da una inchiesta del The Guardian e del Bureau of Investigative Journalism che ha ricostruito quelle che sono state le prime fasi della diffusione del Coronavirus in Europa e soprattutto le falle relative alle operazioni di coordinazione da parte delle istituzioni europee. Il quotidiano britannico avrebbe evidenziato ciò che accadde in Europa in quelle drammatiche settimane, quando dopo la Cina divenne a tutti gli effetti l’epicentro della pandemia ed al tempo stesso, nella sua inchiesta, ha denunciato il “silenzio scioccante” con il quale l’Ue avrebbe reagito alla richiesta di aiuto da parte di Roma. In quei frangenti, nel nostro Paese il numero di contagi si triplicava ogni 48 ore. Stando a quanto reso noto dal Guardian, il 26 febbraio scorso “un messaggio urgente è stato inviato da Roma alla Commissione europea al palazzo Berlaymont a Bruxelles. Le specifiche di quello di cui aveva bisogno l’Italia sono state caricate sul sistema Cecis della Ue (Common Emergency Communication and Information System)”.
COVID, INCHIESTA GUARDIAN SU PRIME RICHIESTE DI AIUTO DALL’ITALIA ALL’UE
Un silenzio assordante, quello che sarebbe giunto dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Ma, come spiega il Commissario di Bruxelles per la gestione delle emergenze, Janez Lenarcic alla base della mancata risposta alle richieste di aiuto del premier Conte non ci sarebbe stata la “mancanza di solidarietà”. A suo dire, come spiegato agli autori che hanno condotto l’inchiesta, si sarebbe trattato di “mancanza di equipaggiamento”. Il commissario ha commentato in merito: “Non era solo l’Italia a non essere preparata, nessuno lo era”. Nessuno dunque era preparato a far fronte a quella che a marzo si sarebbe poi trasformata da epidemia a pandemia. Secondo l’inchiesta del giornale britannico, inoltre, l’Italia non partecipò alla prima riunione indetta dalla Commissione europea per la sicurezza sanitaria il 17 gennaio in quanto i funzionari preposti non si accorsero della mail con la quale si invitava all’incontro nel quale si parlò anche della gestione dei voli diretti da Wuhan – da dove prese il via la pandemia – a Londra, Parigi e Roma.