Crepet, psichiatra e psicoterapeuta esperto soprattutto di dinamiche giovanili e adolescenziali, ancora una volta analizza una tematica delicatissima sulle pagine dei giornali. A La Repubblica, l’esperto parla del malessere giovanile contemporaneo partendo da un presupposto: a fallire sarebbe stato il modello educativo poiché i genitori non si comportano più da educatori, bensì sono diventati dei “pusher” che narcotizzano i figli con beni materiali e tecnologia, non fornendo loro gli strumenti adatti ad affrontare la vita.
Secondo Crepet, oggi c’è troppa permissività: i figli non hanno più regole né limiti, non esistono più gli orari del coprifuoco, non ci sono più punizioni per i brutti voti a scuola, tutto è permesso e concesso e questo ha generato adulti fragili e incapaci di gestire fallimento e frustrazione, perché abituati ad avere tutto dalla vita. E questo è accentuato ancor di più dall’abuso della tecnologia a partire dalla tenera età, creando isolamento e impedendo competenze sociali essenziali per interagire con gli altri.
Crepet: “Spettacolo raccapricciante”
Crepet, sulle pagine di Repubblica, parla di una “sceneggiatura terrificante” che abbiamo creato “e ora osserviamo questo spettacolo raccapricciante come se fossimo al cinema”. Secondo lo psichiatra è questo il caso, tra gli altri, di Filippo Turetta, che ha ucciso la fidanzata non avendo trovato figure di riferimento alle quali fare affidamento: questo avrebbe contribuito alla tragedia.
L’unica soluzione, per l’esperto psicoterapeuta, è quella di cambiare radicalmente rotta e per farlo c’è bisogno di “restituire ai bambini la noia” in modo da stimolare la loro creatività e favorire l’interazione. Nel suo appello, spieg parla di “ridare le matite e la colla ai bambini, dare tempo e regole, riscoprire la noia”. La scuola, al tempo stesso, deve essere per loro un luogo di apprendimento stimolante ma contemporaneamente anche rigoroso dove ognuno venga valutato e responsabilizzato adeguatamente.