Tornano a salire i contagi in Veneto, o meglio, l’indice Rt, e scoppia la polemica. Ad alimentarla per ultimo il professore Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova e virologo, che quest’oggi ha affrontato l’argomento attraverso una serie di interviste rilasciate a vari quotidiani, a cominciare da La Stampa: “Nuovi focolai? Era prevedibile – racconta al giornale torinese – da aprile ripeto che bisogna dire la verità ai cittadini. Se si racconta che il virus è sparito le persone abbassano l’attenzione”. Stando a quanto specificato dallo stesso Crisanti, i due consiglieri più stretti di Zaia, leggasi Palù e Rigon, avrebbero sottoscritto una tesi “riduzionista” sulla presenza del coronavirus. “L’ironia della sorte – dice a riguardo – è che due dei firmatari del documento che sostiene questa tesi, Palù e Rigoli, siano tra i più ascoltati consulenti di Zaia”. A Repubblica aggiunge: “Lo avevo detto il 7 aprile che saremmo andati incontro a un periodo con diversi focolai. L’importante è capire perché queste cose accadono. L’Italia non è in una bolla protetta, l’altro giorno nel mondo ci sono stati 215mila casi in 24 ore, è impossibile pensare di restarne fuori. E poi il virus comunque continua a circolare anche da noi”.
CRISANTI: “RICOVERO COATTO? ZAIA NON PUO’ ATTIVARLO”
“Il problema quindi – ha proseguito – non è impedire che i focolai si accendano, perché sono inevitabili, ma tenerli sotto controllo”. Zaia ha puntato il dito nella conferenza stampa di ieri nei confronti di alcuni suoi conterranei, che avrebbero tenuto dei comportamenti irresponsabili, ma secondo Crisanti il problema è altrove. Resta il fatto che i nuovi focolai non devono comunque far preoccupare più di tanto le autorità: “E’ un dato normale. I focolai vanno dati per scontati, ma bisogna identificarli subito e spegnerli. Zaia più che arrabbiarsi con i veneti dovrebbe prendersela con i tecnici che gli stanno vicino”. Per quanto riguarda invece il ricovero coatto invocato dal governatore: “Mi pare sia un’istituzione prevista solo per i malati psichiatrici e attivabile dai comuni, dunque non dipenderebbe nemmeno da lui”. Il “distanziamento” fra Crisanti e Zaia appare ormai evidente: “Per quanto faccia ancora parte del comitato tecnico veneto non vengo consultato. Davvero non vorrei polemizzare, prima avevo un rapporto privilegiato con Zaia, ora non è più così e lui si rivolge ad altri”.