Andrea Crisanti e Stefano Bonaccini hanno animato la puntata di “In Onda” trasmessa nella serata di ieri, giovedì 8 luglio 2021, su La 7 e incentrata, come accade spesso, sulla questione Coronavirus e sulla campagna vaccinale. Il microbiologo ha espresso il proprio giudizio sulle persone che non si vaccinano, senza fare ricorso alla retorica e senza usare troppi mezzi termini: “Magari qualcuno non fa il vaccino per motivi religiosi e in quei casi non si può fare nulla – ha asserito –. Si può invece intervenire sulle persone che hanno paura e su quelle che hanno pregiudizi. La misura più efficace può essere quella di togliere la copertura sanitaria a chi si ammala di Covid senza essersi vaccinato. Un giorno in rianimazione costa 2.500 euro, non capisco perché lo debba pagare il servizio sanitario… Chi si ammala, paga”.
Secondo Crisanti, più persone non si vaccinano, più è difficile raggiungere l’immunità di gregge e l’equilibrio sociale per una convivenza con la pandemia. Tuttavia, se ci saranno molte persone che si ammaleranno, a quel punto potrebbero essere necessarie nuovamente misure restrittive, che vanno in contrasto a quella che deve essere la ripresa economica. “Coloro che non si vaccinano per motivi ideologici sono la minoranza e una corretta comunicazione può veramente fare la differenza”, ha chiosato Crisanti.
STEFANO BONACCINI: “SANITARI NON VACCINATI CAMBINO PROFESSIONE”
Alle parole del professore Andrea Crisanti hanno fatto eco quelle di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna ed ex numero uno della Conferenza delle Regioni, ruolo ricoperto fino a pochi mesi fa, quando ha ceduto il testimone al “collega” Massimiliano Fedriga. Bonaccini, a “In onda”, ha sottolineato che, a suo parere, se un medico, un infermiere, un oss non vogliono vaccinarsi, “non basta la sanzione: devono proprio cambiare mestiere”.
In merito all’obbligo vaccinale per gli studenti, invece, il governatore emiliano-romagnolo ha dichiarato: “Dobbiamo capire se vogliamo la scuola in presenza o no. La scuola è anche socialità, non solo apprendimento e, come abbiamo già avuto modo di vedere, se c’è un focolaio in una classe, i ragazzi vanno tutti a casa. È evidente che le agenzie del farmaco hanno creato una bella confusione”.