Cifre apocalittiche, di cui nessuno sembra tener conto. Come riporta il National Catholic Register, in Nigeria, dall’inizio della sua comparsa, la milizia islamista Boko Haram ha fatto almeno 27mila vittime tra i civili, più di quanti l’Isis ne avrebbe uccisi tra Iraq e Siria messi insieme. Per il sito di monitoraggio delle attività terroristiche, il Global Terrorism Index, la Nigeria sarebbe il terzo paese più pericoloso al mondo dopo Afghanistan e Iraq. La maggior parte di queste vittime, anche se molte di esse sono musulmani, sono cristiani. Boko Haram infatti sta tentando da anni di cacciare la minoranza cristiana che vive nel nord del paese, a maggioranza islamica, e sottomettere alla sua ideologia i musulmani. Novecento chiese, tra cattoliche e protestanti, sono state distrutte e solo negli ultimi tre anni sarebbero 7mila i cristiani uccisi.
I CRISTIANI LASCIATI SOLI
Nessun paese occidentale, a parte pochi aiuti americani, è intervenuto davanti a questa strage continua e pochissimo riesce o vuole fare il governo locale nigeriano che non ha mai chiuso le vie da dove arrivano armi per i miliziani islamisti da parte di paesi, si suppone, del golfo arabo. Solo la Chiesa cattolica denuncia la drammatica situazione. Il vescovo Matthew Hassan Kukah di Sokoto ha accusato il governo di “creare le condizioni per consentire a Boko Haram di comportarsi nel modo in cui si stanno comportando”. Il National Catholic Register lancia un appello alla comunità internazionale affinché intervenga per obbligare il presidente a prendere o dimettersi. Non solo Boko Haram: in una nota simile, l’arcivescovo Augustine Obiora Akubeze di Benin City, presidente della Conferenza episcopale cattolica nigeriana, ha dichiarato a Catholic News Agency che c’è una «mancanza di un significativo processo» nei confronti dei pastori Fulani che attaccano i cristiani, specialmente nel nord della Nigeria .