BAGNASCO/ Politica: la questione morale è grave e urgente

- La Redazione

Il cardinal Bagnasco, esortando ad una riforma morale, si detto preoccupato degli influssi negativi che i modelli di comportamento tipici di alcuni politici possano sortire sulla società.

bagnasconuova_R400 Foto: Imagoeconomica

La caratura morale del mondo della politica è a un livello sempre più basso, ai minimi storici, urge una sua repentina riforma. E’ il pensiero, in sintesi, dell’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco. L’alto prelato ha lanciato un monito ai rappresentanti delle istituzioni. La questione morale, secondo il presidente del Vescovi italiani, è «grave», e non è riferibile unicamente alla persone. Persino le strutture e gli ordinamenti sono, in qualche misura, inficiati ormai da una profonda carenza etica. E’ indubbio che vi siano molti onorevoli e senatori, amministratori pubblici o operatori della finanza capaci di agire secondo un fine ordinato ai valori più elevati, e di rappresentare, con il proprio comportamento un modello da seguire. Ciò non toglie che la questione morale rimanga urgente, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli del vivere comune. «Si tratta – ha detto Bagnasco – di intaccare consuetudini e interessi vetusti». Del resto, ha precisato, il cambiamento, oltre che possibile è necessario, dal momento che è la stessa gente a pretenderlo. Il cardinale, riferendosi agli scandali che hanno colpito il mondo della politica e dell’economia, ha sottolineato la necessità di un’inversione di rotta rispetto agli attuali costumi. Chiunque abbia delle responsabilità pubbliche, potere e visibilità, infatti, attraverso i proprio comportamento propone «modelli culturali destinati a diventare dominanti». Il capo della Cei, in particolare, si è riferito a quei modelli di condotta sprezzanti delle regole, orientati all’accumulo di gratificazioni materiali in grado di ispirare negativamente molte persone. «Nella società odierna – ha detto – siamo tutti insidiati da una cultura che semina menzogne e fa pensare che l’uomo vero sia colui che ha potere e denaro, che le regole sono nemiche della libertà, che bisogna lasciarsi guidare dalle sensazioni più che dalla ragione, che il bene morale è ciò che conviene senza sacrificio». Per Bagnasco, una simile visione di sé e delle cose, provoca drastiche conseguenze esistenziali, corrode il «modo di concepire la vita, la famiglia, il lavoro, il senso del dovere e di Dio stesso».

Bagnasco si è così espresso in occasione della festa della Madonna della Guardia, di Genova parlando dal pulpito del santuario, nel corso della celebrazione della messa. In precedenza, ha guidato la processione con i Cristi di legno portati in spalla dai volontari delle Confraternite. Nel corso della processione della vigilia, ieri, si era espresso in difesa della famiglia, precisando come si compito dello Stato promuoverla e salvaguardarla. «Bisogna difendere la famiglia tradizionale contro chi vorrebbe renderla un soggetto ondivago, senza il sigillo oggettivo del matrimonio. I figli hanno diritto a qualunque sacrificio da parte dei genitori pur di tenere salda la coppia», aveva dichiarato







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