MELANIA REA/ Salvatore Parolisi, la figlia Vittoria parte civile al processo contro il padre
Al processo contro Salvatore Parolisi che comincerà il prossimo 12 marzo per la morte di Melania Rea, la figlia Vittoria si costituirà parte civile contro il padre. Una decisione shock

Vittoria, figlia di Melania Rea e Salvatore Parolisi, parte civile al processo che vede imputato il padre come colpevole della morte della madre. Una decisione che sta suscitando discussioni, definita da qualcuno decisione shock, quella di coinvolgere non solo la figlia dei due coniugi, ma addirittura una bambina di poco più di due anni. Che influenza comporterà tutto questo su di lei una volta che sarà cresciuta per rendensri conto di tutto? Ad annunciare la cosa il legale della famiglia Rea: la costituzione come parte civile è resa possibile dal fatto che la nonna materna Vittoria Garofalo è stata nominata curatrice speciale della bambina. Ed è la nonna stessa che darà mandato al legale per mettere tra le parti civili coinvolte nel processo contro il caporale maggiore dell’esercito la piccola Vittoria. Perché tutto questo? E’ una decisione che non è ancora stata chiarita, al momento suona come una sorta di vendetta nei confronti dell’accusato, Salvatore Parolisi, che ancora recentemente aveva chiesto e si era visto negato il permesso di incontrare la figlia che non vede dallo scorso luglio quando venne rinchiuso in carcere. Si costituiranno parti civili anche i genitori di Melania, Vittoria e Gennaro Rea, il fratello Michele e lo zio Gennaro. Tutti contro il marito della figlia dunque, unico accusato della morte della donna e per il motivo più banale. Una relazione extra coniugale, l’incapacità di recidere il legame con a moglie in modo civile. Oppure, come si è detto più recentemente, perché la moglie aveva scoperto di sue relazioni con alcuni trans: non avrebbe mai potuto permettere che la cosa venisse saputa nell’ambiente della caserma da lui frequentato. L’uomo si è sempre dichiarato innocente, ma a incastrarlo non ci sono solo i sospetti ma anche prove ritenute plausibili, come ad esempio testimonianze di persone, ma anche telefoniche, che non lo indicherebbero nella zona dove lui dice si fosse trovato con la moglie quel 18 aprile quando Melania scomparve. Per essere ritrovata cadavere due gironi dopo con una messinscena piuttosto banale per far credere fosse stata uccisa da qualche tossicodipendente.
L’udienza si terrà il 12 marzo prossimo dinanzi al gip del tribunale di Teramo. Stessa richiesta avanzeranno i genitori di Melania, Vittoria e Gennaro, il fratello Michele e lo zio Gennaro.
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