Scintille al femminile tra la Fornero e la Camusso, sulla necessità di essere “uomini”, cioè duri, perfino spietati, nel lavoro, e di scindere il pubblico dal privato, dove è possibile esprimere sentimenti di amicalità e dolcezza “femminili”. Dicano quel che devono, ma le smorfie del segretario Cgil, il suo porsi alle telecamere e sul palco, il piglio delle sue parole sono ben meno femminili delle aggraziate pose ed esitazioni del ministro. E’ il carattere che conta, e la coscienza della propria identità: quella, grazie a Dio, è diversa tra uomini e donne, ed è un peccato cancellare le differenze.
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Commenti da camionisti alticci quelli di Beppe Grillo su Rosy Bindi, colpevole di aver tenuto fermo, nel suo ruolo di presidente del Pd, il principio che i diritti della persona vanno salvaguardati, ma il matrimonio tra omosessuali è un’altra cosa. Grillo come Berlusconi, hanno chiosato i vertici del partito, nell’evidente imbarazzo di ritrovare nel possibile alleato a sinistra lo stesso atteggiamento sessista dell’odiato nemico (Berlusconi aveva fatto una celebre battuta di cattivo gusto, Grillo insulta una posizione politica con argomenti affatto politici). E di volgarità in rozzezza, Ferrara l’intellettuale che replica a Grillo che “deve avere un cervello proporzionato alle parti basse”… ma davvero non sappiamo più come intrattenerci in queste afose giornate di luglio? Due appunti: che gli uomini con le donne non così avvenenti e giovani non siano galantuomini, ahinoi, è risaputo, è un’amara e ingiusta legge della vita.
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In quanti lindi tinelli con le tendine a merletti figurano quadretti con proverbi scurrili, e paragoni tra le età delle donne e le terre inesplorate, poi desertiche, che tutti conoscono ma nessuno vuole abitare? Negli spogliatoi dei palestrati, nelle cabine dei guidatori di Tir, nelle bettole dei portuali, nei portafogli dei carpentieri e nelle valigette firmate dei docenti universitari e dei politici, figurano le foto della Fornero, della Bindi, della futura astronauta ingegnere o il sedere di Belen o dell’ultima coniglietta, nostrana o d’oltreoceano? Mica solo i marinai, come cantavano Dalla e De Gregori. Chiedete ai vostri figli un giudizio sulle compagne di classe: scostumate o racchie, e in entrambi i casi utilizzo sinonimi gentili. Dunque? Cent’anni di battaglie per il rispetto della dignità delle donne non sono serviti a nulla? Madonne o streghe, angeli o zitelle o puttane, un’alternativa dannata e fatale, connaturata a quell’Eva che irretì e condusse al male il primo uomo? (guardate la Minetti, che vien voglia di difenderla, così, per ripicca. La nomina il capo, tutti s’inchinano, nel partito e in Regione, e ora si svegliano con imbarazzi e indignazioni e le intimano di andarsene? Parliamo chiaro, Alfano, chieda le dimissioni del suo leader, se c’è un imputato è lui. E la prossima volta che scegliete i parlamentari, se proprio non volete farli scegliere a noi, imbarazzatevi prima, e staccate gli occhi dalle misure del reggipetto).
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Ma se è così, è colpa di un’educazione sbagliata. Nostra, dei nostri figli. E’ colpa del soggiacere compiaciuto e stupido di troppe donne a canoni estetici imposti e irreali, a ruoli sottomessi e di second’ordine, in cambio della fama, dei soldi, dell’illusione di essere ammirate e apprezzate. Fino alla prima ruga: poi siamo tutte Fornero o Rosy Bindi, e non c’è difensore dei diritti delle donne che con amici e colleghi non ironizzi sulla cellulite o il codice a barre sulla fronte, sui capelli tinti e il seno cadente. Colpa di un sistema mediatico e culturale che ti obbliga alla giovinezza perenne, di sapienti trucchi di regia che rendono cinquanta-sessantenni delle immutate bellezze giovanili. Esiste la possibilità di essere belle dopo? Perché Sean Connery sì, e noi no? Perché Russel Crowe, pure con la pancia e i solchi sul viso, è maledettamente fascinoso, e noi no?
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Dopodichè, chissene, per dirla pane al pane: gli uomini, tutti quanti, non i Berlusconi e i Grillo, parlano così, perché sono superficiali e fragili. E parecchi, spiace ammetterlo, consistono nell’istinto, usando un eufemismo, riducono ogni sguardo a reazione di pulsioni sessuali. Certamente, ameremmo almeno dai nostri politici o aspiranti tali, un po’ di garbo e Monti style: eppure gli italiani non sono peggio de tedeschi o dei francesi. Come credete che i colleghi commentino le mises e i fianchi della Merkel, e perché mai Sarkozy ha avuto bisogno di una Carlà, per diventare Président? Non illudiamoci: basta con le ipocrisie e i moralismi di facciata sulla superiorità morale della sinistra; la storia recente dovrebbe aver insegnato qualcosa, e invece no, fingono di indignarsi perché tra loro ci sono cafoni e traditori della causa. Ma quale causa: le quote rosa sono una riserva di panda, buone a ripulirsi la faccia e tirar su voti, e i Grillo di oggi andranno benissimo nelle coalizioni di domani.