STATO-MAFIA/ Berlusconi convocato dalla Procura di Palermo come testimone

- La Redazione

Anche Silvio Berlusconi entra nell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia. E’ stato convocato come testimone per informazioni su Marcello Dell’Utri che è già indagato

berlusconi_riflessioneR400 Silvio Berlusconi (Infophoto)

Anche Silvio Berlusconi nell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia. L’ex capo del Governo risulta infatti coinvolto come testimone: la procura di Palermo lo aveva convocato per sentirlo lo scorso 16 luglio, ma il Cavaliere non si è potuto presentare per precedenti impegni che lo tenevano occupato. Il motivo della richiesta di sentire Berlusconi, è perché chiarisca il ruolo di Dell’Utri, già coinvolto nell’inchiesta. Adesso la sua audizione è stata rimandata senza però una data precisa. In particolare, secondo quanto riportano alcuni organi di stampa, i pm di Palermo vogliono chiedere all’ex premier spiegazione di alcune spese fatte per conto di Dell’Utri o di cosiddetti “prestiti fruttiferi” dati all’ex senatore tra cui venti milioni di euro per l’acquisto di una villa che, sembra, ne valesse invece la metà. I pm ipotizzano una possibile estorsione di Dell’Utri ai danni di Berlusconi. Berlusconi viene poi ritenuto vittima di estorsione politica nell’ambito della trattativa Stato-mafia quando nel 1994 era capo del Governo. Le persone attualmente indagate in questa inchiesta sono oltre a Dell’Utri, Nicola Mancino, il senatore Calogero Mannino e i generali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni. Una inchiesta che sembra allargarsi sempre di più, dopo la denuncia del Capo dello Stato nei confronti degli stessi pm di Palermo per aver intercettato alcune telefonate del Quirinale, un gesto ritenuto lesivo dei poteri del Presidente della Repubblica. E a proposito di queste telefonate, è giunta la solidarietà del ministro degli Interni Paola Severino nei confronti di Napolitano. Il guarda sigilli infatti ha detto che le telefonate del Capo dello Stato vanno tenute segrete sempre: il presidente della Repubblica e chi lavora per lui sono persone “istituzionalmente protette per il ruolo che svolgono”. Tra le forze politiche, la maggioranza esprime solidarietà e sostengo a Napolitano, mentre Antonio Di Pietro si schiera dalla parte dei giudici. Proprio per questo esplode un litigio con il segretario del Pd Bersani che parla di attacchi indecenti al Capo dello Stato. Il presidente dei senatori Pd Finocchiaro a sua volta parla di attacchi oltre ogni limite. Sembra a questo punto molto difficile possa andare in porto una alleanza elettorale tra Pd e Idv. 

Infine il procuratore nazionale anti mafia Pietro Grasso che ritiene che i giudici di Palermo abbiano agito in buona fede. 







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