SANTO DEL GIORNO/ Oggi, 13 agosto, viene ricordato Sant’Ippolito, vescovo e martire

- La Redazione

Il giorno 13 agosto la Chiesa Cattolica celebra la memoria di Sant’Ippolito, vescovo e martire, ma le notizie biografiche riguardo la figura del Santo sono scarse e poco verificate

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Il giorno 13 agosto la Chiesa Cattolica celebra la memoria di Sant’Ippolito, vescovo e martire. Le notizie biografiche riguardo la figura del Santo sono scarse e poco verificate, ma di lui si sa che nacque in Asia Minore nel 170 d.C., dove studiò teologia e retorica e fu probabilmente discepolo di Sant’Ireneo di Lione, considerato uno dei padri della Chiesa. Si ritiene che Ippolito fu vescovo di una diocesi romana, mentre secondo altri studiosi fu un semplice presbitero e la sua vita e la sua opera furono caratterizzate dall’opposizione alle tesi di Callisto. Questa opposizione fu tanto forte e aspra che diventò addirittura uno scisma in occasione dell’elezione a Papa di Callisto. Ippolito, in seguito all’elezione, si distaccò dall’ortodossia della Chiesa romana e fu eletto dai suoi seguaci antipapa. Il disaccordo tra Ippolito e Callisto verteva, oltre che su questioni meramente fideistiche, anche sulle accuse di comportamenti dissoluti che secondo Ippolito erano tenuti da Callisto e che erano in contrasto con la vita di ascesi e meditazione degna di un Papa cristiano. Quest’ultimo veniva infatti accusato da Ippolito e dai suoi fedeli di adulterio, vita dissoluta e addirittura di essersi macchiato di un omicidio. Ippolito a sua volta era accusato da Callisto di diteismo, una forma grave di eresia che che ammette l’esistenza di due divinità contrastanti. Tutto questo avveniva sotto l’impero di Alessandro Severo, che si dimostrò piuttosto tollerante nei confronti dei cristiani, attenuando durante il suo regno le persecuzioni. Per questo motivo la lite teologica dei due potè continuare indisturbata. Purtroppo, alla morte di Alessandro Severo, succedette Massimino il Trace che ebbe un atteggiamento completamente diverso: fin dall’inizio del suo impero, nel 235, egli fu molto duro e repressivo con tutte le confessioni religiose che non fossero quella romana, dunque riprese a perseguitare i cristiani, uccidendoli e esiliandoli. Fu così che Ippolito e Callisto, ma anche i suoi successori, Papa Urbano I e Papa Ponziano, furono esiliati in Sardegna, secondo la formula “ad metalla”, cioè destinati ai lavori forzati nelle miniere di metallo che si trovavano in quell’isola. Fu proprio qui che Ippolito trovò la morte per martirio insieme a molti dei suoi compagni di pena. 

Fu legato per i piedi al collo di un cavallo e trascinato per luoghi aspri e incolti fino a quando trovò la morte. Sembra che prima di morire si fosse riconciliato con i suoi avversari nella fede e abbia chiesto ai suoi discepoli di accettare l’ortodossia della chiesa ufficiale. Oltre che teologo, Ippolito è considerato uno dei più importanti studiosi e traduttori dei frammenti di Eraclito, che grazie a lui ci sono pervenuti e sono stati conservati. Oltre a ciò fu un prolifico autore cristiano del periodo precedente a Costantino. Fu autore di una notevolissima opera chiamata Philosophumena, uno scritto contro le eresie e di altri otto scritti che purtroppo sono andati perduti. A lui sono anche attribuiti trattati sul diritto canonico e scritti polemici. La tomba di Ippolito è stata ritrovata nel Campo Verano lungo la via Tiburtina e proprio qui fu eretta una statua, ritrovata in alcuni scavi archeologici nel 1551 e attualmente conservata nel museo Lateranense.





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