MATRIMONI GAY/ Monsignor Paglia: tutelare i diritti delle coppie conviventi
Apertura della Chiesa ai matromini gay? Le parole di Monsignor Vincenzo Paglia vengono commentate dai principali esponenti delle associaizoni gay italiane

Si parla già in giro su molti media di apertura del Vaticano ai matrimoni gay. Lo spunto lo hanno dato le parole di uno del massimi rappresentanti del Vaticano stesso, monsignor Vincenzo Paglia, considerato un po’ il ministro del Papa per la famiglia (è il consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio e presidente della Federazione Biblica cattolica internazionale. È stato anche presidente della Conferenza Episcopale Umbra e presidente della Commissione Cei per l’Ecumenismo e il dialogo). L’autorevole prelato ha dunque detto che la posizione della Chiesa sui matrimoni gay è sempre la medesima, cioè no. L’unica famiglia che la Chiesa riconosce è quella espressa dalla Costituzione, cioè il matrimonio fra uomo e donna. Ma ha detto che è comunque necessario tutelare anche i diritti delle coppie che convivono, siano eteri o omosessuali. Attenzione e vigilanza vanno anche dedicate alle discriminazioni contro gli omosessuali: esistono infatti, ha detto, almeno venti paesi al mondo dove l’omosessualità è reato e viene punita talvolta anche con la pena di morte. Per qualcuno le parole di monsignor Paglia sarebbero una seppur discreta apertura della Chiesa ai matrimoni gay. In tal senso le stesse associazioni gay hanno commentato con atteggiamenti diversi. Il presidente di Equality Italia ad esempio, Aurelio Mancuso, ha così commentato: “Proporre per le coppie gay il riconoscimento di diritti individuali nel quadro del diritto privato significa mantenere l’attuale situazione di assenza del diritto. Infatti, come sanno anche gli studenti al primo anno di giurisprudenza, il diritto privato soccombe sempre davanti al diritto pubblico, ovvero quello normato dalle leggi. Alcuni limitati accordi davanti a un notaio sono già oggi possibili, ma rimangono questioni che regolano la vita tra le due persone e non hanno alcun valore nei confronti di terzi”. Positivo invece il commento di Franco Grillini presidente di Gaynet che approva come per la prima volta un alto rappresentante della Chiesa riconosca che esistano anche dei diritti per gli omosessuali. Il presidente di Arcigay Flavio Romani commenta che di fatto la Chiesa abbia detto ancora una volta di no al matrimonio gay.
“Più la gerarchia vaticana ribadisce il proprio no al matrimonio civile fra persone dello stesso sesso, come sta facendo per contrastare la legge in via di approvazione in Francia, più il provvedimento guadagna consensi nell’opinione pubblica e nei governi” ha infatti detto.
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