Di San Giorgio, martire che la Chiesa celebra nelle giornata del 23 aprile, non possediamo oggi informazioni certe, per quel che riguarda la sua vita. Dalle notizie che si possono ricavare dalla lettura della “Passio Sancti Georgii” (catalogata, però, come opera apocrifa, dal Decretum Gelasianum del 496), San Giorgio nacque in Cappadocia (zona dell’attuale Turchia) tra il 275 e il 285, dall’unione tra Geronzio, uomo originario della Persia, e Policromia, cappadoce. Educato sin da bambino al rispetto dei valori veicolati dal cristianesimo, Giorgio si trasferì in seguito in Palestina, e divenne un soldato al servizio dell’imperatore Diocleziano; essendosi ben presto distinto per il suo valore, divenne una delle guardie del corpo dello stesso imperatore. Secondo la stessa fonte, fu però proprio lo stesso Diocleziano a uccidere il santo e a farne un martire, dopo che questo decise di ammettere pubblicamente di essere cristiano e dopo aver donato tutti i beni che possedeva ai bisognosi. Stando a una leggenda, un giorno, Giorgio si rifiutò di obbedire a un ordine dell’imperatore, che gli aveva chiesto di compiere un sacrificio agli dei: la reazione di Diocleziano non si fece attendere, e così il santo venne prima picchiato selvaggiamente e poi incarcerato. Mentre era in prigione gli apparve Dio, che gli predisse che sarebbe morto e risorto tre volte, e gli disse che il futuro gli avrebbe riservato sette anni di patimenti. Diocleziano dispose che il corpo di colui che era stato suo fedele servitore venisse percorso da una ruota ricoperta da spade e chiodi, per far sì che venisse tagliato a metà. Giorgio, tuttavia, resuscitò, proprio come il Signore gli aveva predetto, e indusse alla conversione Anatolio, il capo delle milizie, e di tutti i suoi sottoposti, anche se poi tutti andarono incontro alla morte. Fu inoltre responsabile della conversione dell’imperatrice Alessandra, che poi divenne martire. Entrando in un tempio pagano, fu capace di scaraventare a terra gli idoli che stavano all’interno soltanto soffiando e, su richiesta del re Tranquillino, riportò in vita due persone decedute circa quattro secoli prima, per poi battezzarle; ricevuto il battesimo, le due persone scomparvero. L’imperatore Diocleziano dispose che il santo venisse nuovamente ucciso, ma quest’ultimo, prima di andare di nuovo in contro al martirio, pregò il Signore affinché intervenisse per incenerire il suo assassino e i settantadue re che Diocleziano aveva convocato per decidere come farlo morire. Una volta ottenuto quanto chiesto, Giorgio si avviò verso la morte per decapitazione, e promise di proteggere tutti coloro che avessero adorato le sue reliquie; quest’ultime sono oggi custodite nella città di Lydda, città israeliana conosciuta oggi con il nome di Lod.
San Giorgio viene tradizionalmente raffigurato nell’atto di sconfiggere un drago, così come avvenne secondo la Leggenda aurea: questa narra infatti che, nella città libica di Selem, Giorgio uccise questa mostruosa creatura che si nascondeva in un grandissimo stagno, e che era solito uccidere i passanti con la sola forza del suo fiato infuocato. Fu così che salvo la principessa Silene, e che convinse gli abitanti della città spaventata dal drago a convertirsi.Oggi, sebbene il culto di questo santo sia stato retrocesso a una memoria facoltativa, è ancora molto vivo e sentito in tantissime parti del mondo: San Giorgio è il santo protettore degli arcieri, degli scout, dei soldati e delle guardie particolari giurate, è il patrono di alcune nazioni, come Inghilterra, Georgia, Portogallo e Lituania, ma anche di tantissimi comuni, tra cui Reggio Calabria, Ragusa, Ferrara e Campobasso. Il santo è inoltre patrono della città di Portofino, in provincia di Genova, dove ogni anno, proprio il 23 aprile, si dà vita a un grande falò in onore del santo, come rito propiziatorio.