Festa dei nonni / L’omelia di Papa Francesco sugli anziani (28 Settembre 2014)

- La Redazione

Domenica 28 settembre Papa Francesco incontrerà in Piazza San Pietro gli anziani e i nonni di tutto il mondo: seguiranno la Santa Messa e la recita dell'Angelus. La diretta streaming

papafrancesco_angelus1R439 Immagine di archivio

Migliaia di persone hanno affollato oggi piazza San Pietro a Roma per l’incontro del Papa con gli anziani e i nonni del mondo. Ha partecipato alla grande festa anche il papa emerito Benedetto XVI, mentre Andrea Bocelli ha intonato “Con te partirò” sul sagrato della Basilica. “Vi ringrazio di essere venuti così numerosi – ha detto Bergoglio – E grazie della festosa accoglienza: oggi è la vostra festa, la nostra festa! Ringrazio Mons. Paglia e tutti quelli che l’hanno preparata. Anche ringrazio specialmente la presenza del Papa Emerito Benedetto XVI. Io ho detto tante volte che mi piaceva tanto che lui abitasse qui in Vaticano, perché era come avere il nonno saggio a casa. Grazie!”.

Papa Francesco sarà anche oggi, domenica 28 settembre 2014, in piazza San Pietro a Roma dove alle 10.30 celebrerà la Santa Messa sul Sagrato della Basilica Vaticana, seguita come sempre dalla preghiera dell’Angelus. Prima della Messa, invece, il Santo Padre incontrerà gli anziani e i nonni di tutto il mondo: l’evento, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, è intitolato “La benedizione della lunga vita” e prevede l’apertura della piazza alle 7.30 e alle 9.00 l’inizio della giornata di festa. “La giornata parte dal presupposto che l’anzianità non è un naufragio ma una vocazione – ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Vincenzo Paglia – Grazie a Dio si sono allungati gli anni di vita ma, d’altro canto, su questo tema, non è stata sviluppata una riflessione adeguata. Non esiste né nella politica né nell’economia, né tantomeno nella cultura. A mio avviso quindi noi dovremmo, attraverso questa giornata, richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza di questo tempo dell’esistenza umana”. Sottolineando che gli anziani non sono solo oggetto di attenzione o di cura, ma che essi stessi sono anche soggetto di una nuova prospettiva di vita, “va ripensata la loro vecchiaia, va ripensato il loro impegno nel mondo e nella Chiesa – ha aggiunto mons. Paglia – E anche della Chiesa nei loro confronti. Faccio un esempio: a parte i compiti tradizionali di trasmettere la fede e di aiutare i genitori ce ne sono altri ugualmente importanti da approfondire, come quello di pregare e di comunicare il Vangelo – riecheggiando in questo Anna, la profetessa. Sempre legata alla vecchiaia c’è poi, oltre a tutti gli aspetti civili – conclude mons. Paglia – una cultura che gli anziani possono trasmettere, particolarmente attenta a non concepire l’indebolimento della vita come la tragedia finale ma come una testimonianza di speranza nell’aldilà” (scorri l’articolo fino in fondo alla pagina per il video).

Il Vangelo che abbiamo ascoltato, oggi lo accogliamo come Vangelo dell’incontro tra i giovani e gli anziani: un incontro pieno di gioia, pieno di fede e pieno di speranza. Maria è giovane, molto giovane. Elisabetta è anziana, ma in lei si è manifestata la misericordia di Dio e da sei mesi, con il marito Zaccaria, è in attesa di un figlio. Maria, anche in questa circostanza, ci mostra la via: andare a incontrare l’anziana parente, stare con lei, certo per aiutarla, ma anche e soprattutto per imparare da lei, che è anziana, una saggezza di vita.

La prima Lettura, con una varietà di espressioni, riecheggia il quarto comandamento: “Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà” (Es 20,12). Non c’è futuro per il popolo senza questo incontro tra le generazioni, senza che i figli ricevano con riconoscenza il testimone della vita dalle mani dei genitori. E dentro questa riconoscenza per chi ti ha trasmesso la vita, c’è anche la riconoscenza per il Padre che è nei cieli.

Ci sono talvolta generazioni di giovani che, per complesse ragioni storiche e culturali, vivono in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori, quasi di “liberarsi” del retaggio della generazione precedente. E’ come un momento di adolescenza ribelle. Ma, se poi non viene recuperato l’incontro, se non si ritrova un equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si trasforma in autoritarismo.

Lo stesso messaggio ci viene dall’esortazione dell’apostolo Paolo rivolta a Timoteo e, tramite lui, alla comunità cristiana. Gesù non ha abolito la legge della famiglia e del passaggio tra generazioni, ma l’ha portata a compimento. Il Signore ha formato una nuova famiglia, nella quale sui legami di sangue prevale la relazione con Lui e il fare la volontà di Dio Padre. Ma l’amore per Gesù e per il Padre porta a compimento l’amore per i genitori, per i fratelli, per i nonni, rinnova le relazioni familiari con la linfa del Vangelo e dello Spirito Santo. E così san Paolo raccomanda a Timoteo, che è Pastore e quindi padre della comunità, di avere rispetto per gli anziani e i familiari, ed esorta a farlo con atteggiamento filiale: l’anziano “come fosse tuo padre”, “le donne anziane come madri” (cfr 1Tm 5,1). Il capo della comunità non è dispensato da questa volontà di Dio, anzi, la carità di Cristo lo spinge a farlo con un amore più grande. Come la Vergine Maria, che pur essendo diventata la Madre del Messia, si sente spinta dall’amore di Dio, che in lei si sta incarnando, a correre dall’anziana parente.

E ritorniamo allora a questa “icona” piena di gioia e di speranza, piena di fede, piena di carità. Possiamo pensare che la Vergine Maria, stando a casa di Elisabetta, avrà sentito lei e il marito Zaccaria pregare con le parole del Salmo responsoriale di oggi: “Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, fin dalla mia giovinezza … Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le mie forze… Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi, o Dio, non abbandonarmi, fino a che io annunci la tua potenza, a tutte le generazioni le tue imprese” (Sal 71,5.9.18). La giovane Maria ascoltava, e custodiva tutto nel suo cuore. La saggezza di Elisabetta e Zaccaria ha arricchito il suo giovane animo; non erano esperti di maternità e paternità, perché anche per loro era la prima gravidanza, ma erano esperti della fede, esperti di Dio, esperti di quella speranza che viene da Lui: è di questo che il mondo ha bisogno, in ogni tempo. Maria ha saputo ascoltare quei genitori anziani e pieni di stupore, ha fatto tesoro della loro saggezza, e questa è stata preziosa per lei, nel suo cammino di donna, di sposa, di mamma.

Così la Vergine Maria ci mostra la via: la via dell’incontro tra i giovani e gli anziani. Il futuro di un popolo suppone necessariamente questo incontro: i giovani danno la forza per far camminare il popolo e gli anziani irrobustiscono questa forza con la memoria e la saggezza popolare.





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