Oggi domenica 23 ottobre 2016 Papa Francesco dopo la Santa Messa della domenica e la preghiera mariana propone il suo intervento con l’Angelus, in cui catechizza ed esprime i suoi pensieri sulla gioia di essere cristiani e di vivere insieme il cristianesimo a tutti coloro che si trovano in piazza San Pietro e stanno aspettando le parole di conforto del papa dei semplici, che sa dare la sua esperienza semplice in favore di chi ha bisogno. E’ infatti importante che ogni cristiano sostenga chi gli è vicino per camminare insieme nella fede e nella gioia di Cristo. Riprende infatti nell’omelia San Paolo e fa incontrare ai presenti la figura di Timoteo, suo seguace che gli offre una grande fonte di riflessione: passato presente e futuro a confronto con i vari insegnamenti e ciò che è necessario realizzare.
“Vincere la guerra ma per vincere la pace“. Questo è l’insegnamento di papa Francesco, che continua l’intervento in linea con quanto detto domenica scorsa 16 ottobre 2016 e ribadisce quanto è importante il percorso cristiano dato insieme, uniti nella preghiera, che ci avvicina a Cristo. Solo pregando si è sollevati dai grossi pesi che la vita ci impone, è l’aiuto che possiamo dare al fratello sofferente, che diminuisce la nostra croce quotidiana e ci fa affrontare la vita con più gioia e serenità. Dobbiamo infatti supplicare il Signore che sta nei cieli di aiutarci, pregando anche chi è stanco e disperato, supera più facilmente il dolore. Chi sostiene il proprio fratello, sa di ricevere altrettanto, magari non immediatamente, ma Cristo è vicino a lui e non abbandona nessuno nel momento del bisogno. Dal passato San Paolo si evince la sua coerenza con la sua offerta a Dio ed il sacrificio della sua vita atto a costruire un futuro di speranza nella divina misericordia.
“Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato la forza” dice San Paolo ed è un invito a tutti a credere nell’aiuto del Signore. In questa giornata missionaria il Papa ribadisce il dolore della Chiesa di fronte alle guerre, a quella in Iraq soprattutto, che come altri devastanti conflitti portano solo effetti devastanti e contrari all’insegnemento cristiano, che è contrario ad ogni aggressività. L’odio non porta a niente e la guerra manifesta solo un modello devastante di umanità cristiana, a cui Papa Francesco, come tutti noi è contrario e sofferente. Oggi in questa giornata missionaria il Santo Padre chiede coraggio per tutti, per la Chiesa ed i fedeli, affinché tutti insieme siano in grado di portare avanti la loro missione, che non porta necessariamente alla vittoria.
Non è importante vincere ma annunciare, non è indispensabile convertire, ma evangelizzare senza arroganza dice il santo Padre. “Sono rimasto addolorato nel sentire le notizie sull’uccisione a sangue freddo di numerosi figli di quella amata terra, tra cui tanti bambini. Questa crudeltà ci fa piangere lasciandoci senza parola”. Il santo Padre rassicura di essere vicino a quanti soffrono per la violenza, come in Iraq, con le preghiere, sperando di avere presto la sicurezza che nessun essere umano sia ucciso, che si viva in un mondo di pace. L’invito a pregare è rivolto a tutti per un futuro di sicurezza e di tranquillità e non di morte. Papa Francesco non smette da ricordare quanti sono morti a causa della violenza della guerra, di qualsiasi colore provenga l’attacco è sempre da deprecare.
Ancora rivolte ai polacchi le parole del Papa ed a tutti coloro che hanno compiuto il pellegrinaggio per assistere al suo intervento, nel Giubileo della Misericordia che ieri ha coinvolto i sanitari, festeggiando San Paolo Giovanni II. Come papa Wojtyla ha saputo accettare la sua croce terrena, arrivando alla santità, addirittura prima del tempo previsto dalla procedura ecclesiastica, così papa Francesco ha invitato a stare vicini nel cristianesimo, ad evitari sentimenti contrastanti con la religione cristiana, ad aiutare chi ha bisogno, a vivere con coraggio la propria fede. Non manca il saluto a tutti, al Perù ed alla comunità peruviana presente, il ringraziamento per la partecipazione e l’augurio del papa a trascorrere il giorno del Signore in pace ed armonia. Il suo solito e sentito oltre che costante BUON PRANZO, in tutti i suoi interventi domenicali è un invito a tutte le famiglie di trascorrere il giorno di festa in armonia, altro insegnamento che Cristo ha dato, la famiglia è il primo nucleo da cui parte ogni sentimento comunitario.