Tutto il mondo in una macchina, anzi un taxi. E’ la commovente storia che oggi papa Francesco ha raccontato durante l’udienza generale del mercoledì, un episodio accaduto realmente e che Francesco ha voluto condividere per sottolineare la vera capacità di accogliere il diverso, l’emarginato, in un momento storico in cui tutti costruiscono muri e barricate. Si tratta della storia di una signora di origini armene (particolare non da poco, in quanto gli armeni furono vittime di un atroce genocidio e di una migrazione in tutto il mondo) che per le strade di Roma incontra un uomo malvestito senza scarpe ai piedi che cerca la strada per andare a San Pietro. La donna si ferma, quando lui le dice di essere un profugo scappato dalla guerra si offre di accompagnarlo in taxi. Chiamata la macchina, il tassista non vuole farli salire perché dice che l’uomo puzza e gli sporcherebbe la vettura da quanto sporco. La signora insiste e alla fine salgono tutti e due. Nel viaggio lui racconta la sua storia di fuggitivo dalla guerra, la fame, la miseria e la ricerca di una nuova vita. Arrivati a San Pietro scendono e la donna fa per pagare, ma il tassista la ferma: “no signora, sono io che devo pagare lei, perché lei mi ha fatto sentire una storia che mi ha cambiato il cuore”. Il commento del papa: “Questa signora sapeva bene cosa fosse il dolore di un migrante perché aveva il sangue armeno e sapeva della sofferenza del suo popolo. Quando noi facciamo una cosa del genere all’inizio ci rifiutiamo perché ci dà un po’ di incomodità, ’puzza’, ma alla fine la storia ci profuma l’anima e ci fa cambiare: pensate a questa storia e pensiate a cosa possiamo fare per i rifugiati”.