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Home » Cronaca » L’IMPREVISTO/ Daniele: la trappola della droga? farci scordare le domande del cuore

  • Cronaca

L’IMPREVISTO/ Daniele: la trappola della droga? farci scordare le domande del cuore

La Redazione
Pubblicato 11 Gennaio 2017
vangogh_campogranocorviR439

Van Gogh, Campo di grano con volo di corvi (1890)

Le storie dei ragazzi che hanno sperimentato l'uscita dalla droga grazie alla comunità di recupero "L'Imprevisto" di Silvio Cattarina. Ecco la storia di DANIELE

Nel dicembre scorso un gruppo di ragazzi e ragazze della comunità terapeutica educativa “L’Imprevisto” di Pesaro hanno terminato il loro cammino in comunità. Leggi qui l’intervento di Silvio Cattarina, fondatore de L’Imprevisto e responsabile del programma. La testimonianza di Daniele.

Arriverà la fine, ma non sarà la fine, ed eccomi qui alla fine di un percorso che in realtà è solo l’inizio, l’inizio di una vita che ho cominciato ad intraprendere il 14 ottobre 2013 il giorno in cui sono entrato in comunità.  


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Sono Daniele e ho 20 anni, sono di Guardiagrele, un ridente e bellissimo paese in provincia di Chieti.

La mia storia inizia quando avevo undici anni. Iniziai col bere fino a passare alle sostanze più leggere e poi a quelle pesanti. Prima mi sono sempre sentito diverso, non accettato, sia dagli altri che dalla vita stessa. Vivevo male qualsiasi cosa, sono sempre stato un ragazzino molto emotivo e per questo vivevo ogni situazione all’estremo della sua verità. Con il fatto che molti dei miei coetanei mi hanno sempre evitato mi son ritrovato con le uniche persone che mi avevano accettato: ragazzi che come me avevano le stesse problematiche, gli stessi drammi in famiglia, vite simili. 


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Mi sono ritrovato con gli emarginati diventando uno di loro. Vengo da una famiglia per bene, con dei sani principi e con un’educazione cristiana. Ma io ero fragile ed ero pieno di domande alla quali credevo che nessuno potesse rispondere. Ero pieno di un dolore che nessuno era stato in grado di colmare. Così un giorno incontrai lei: la droga, che mi fece scordare le domande del mio cuore e colmò quel dolore. Inizialmente la cercavo solo nei momenti di difficoltà. Poi non ne potei far più a meno perché i problemi che credevo coprisse non scomparivano, erano sempre lì e non essendo in grado di affrontarli, dovevo non pensarci. Allora cominciai a fumare dalla mattina alla sera, in modo tale da star sempre in “quel” mondo. 


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Le droghe erano diventate la mia nuova famiglia, lei mi faceva da migliore amica, rimpiazzava chi non mi ha voluto, era la mia ragazza, il mio migliore amico. La droga spense la mia voglia di vita, spense i miei obbiettivi, i miei desideri. Ruppe il legame già fragile che avevo con la mia famiglia. Mia madre era diventata una mia complice, mi copriva, mi dava anche i soldi per andarmi a comprare le sostanze quando non li avevo io; penso che il motivo di questo fosse perché non poteva vedere suo figlio stare male.  

La portai alla disperazione senza accorgermene, non me ne rendevo conto. Un giorno, non so come, forse la provvidenza, mi fece guardare bene le lacrime di una madre disperata, un briciolo di realtà entrò nella mia vita e mi resi conto che stavo facendo morire mia madre di dolore.

Decisi di farla finita, le chiesi aiuto e cominciai ad andare al Sert per entrare in comunità. Il percorso in comunità è stato tutt’altro che facile, i miei primi mesi li passai senza spiaccicare una parola. Ero attaccato ancora al mondo di prima. Ma c’era una cosa che mi sorprese e mi fece cominciare a cambiare: vedevo gli operatori che, nonostante le difficoltà che la vita ti pone, stavano bene e allora mi chiesi perché anch’io non potevo essere come loro.

Decisi di cominciare a seguire quello che mi veniva detto, anche se non sempre era così semplice. Mi fidai della comunità. Mi accorsi di cominciare a stare bene, cominciai a ritrovare Daniele, a ritrovare me stesso. In comunità ho scoperto che non importa l’arrivo ma il cammino, la strada che ho percorso. Ho cominciato a chiedere aiuto su qualsiasi cosa, anche semplice. Da solo non mi basto. 

Io non credo di avere imparato, credo invece di stare imparando perché non si finisce mai di crescere, ed ogni volta che credevo di sapere, mi rendevo conto che era tutto il contrario. Gli operatori una volta mi dissero che stavo cominciando a capire che quello che mi accade non è una sfiga ma una sfida; ed è così che ora cerco di prendere le cose, come una sfida che la vita mi mette di fronte. Soprattutto adesso che sono uscito dalla comunità e ho deciso comunque di restare a Pesaro e di entrare nella casa di reinserimento, perché sento che è qui il mio cuore. Dall’anno scorso ho ricominciato a riprendere anche gli studi e quest’anno mi trovo al terzo anno di liceo. Sto riscontrando molte difficoltà, ma non mi arrendo alla prima difficoltà, non mi abbatto, tiro avanti perché ho un sogno troppo grande per fermarmi alla prima difficoltà. Sì la vita è difficile, ma è vita ed è bella appunto per questo. 

E’ bella con le sue difficoltà. E’ bello faticare e poi guardare negli occhi le persone che ami e che ti amano. Adesso ho capito che quel dolore che sento non va coperto, va sentito, va guardato, va affrontato insieme. Finalmente quando mi guardo allo specchio vedo una persona con la voglia di vita negli occhi. Grazie alla comunità ho ripreso il rapporto con la mia famiglia a cui tengo tantissimo. Ringrazio la Comunità per avermi insegnato a stare in un certo modo di fronte alla vita. Non per presunzione o per autocelebrazione,  ma devo ringraziare anche me stesso: se ora cerco di affrontare la vita è perché ho scoperto la bellezza grazie a delle persone che me l’hanno fatta vedere. Per questo voglio ringraziare Silvio, Dicio, Valeria, Valerio, Giuseppe, Alessio, Fabrizio, Giovanni, Chiara, Andrea.

La bellezza. Che bello! Sì, ora è bello guardare quello che mi circonda, sono belle anche le difficoltà. Anche gli errori, perché ti fanno capire che non sei arrivato, che non è mai la fine. La fine non esiste. Esiste l’inizio, ogni giorno è un nuovo inizio, l’inizio di questa nuova vera vita che Daniele sta affrontando. 


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