Calendario del dialogo, la scelta del Miur e le critiche di Mario Bozzi Sentieri: le feste perdono del loro reale significato? I rischi per gli studenti italiani.

Di recente il Miur ha inviato a tutte le scuole il “calendario del dialogo”, contenente le festività di 23 confessioni. E’ questa l’ultima trovata del ministro Fedeli, una sorta di calendario arcobaleno con ciascuna casella del colore di una differente religione. “Un’enorme gazzarra multicolori, dove a trionfare sarà l’indifferentismo culturale”, così l’ha definita nel suo editoriale Mario Bozzi Sentieri che ha invece criticato aspramente la scelta del Ministero dell’Istruzione, il quale, con questa trovata avrebbe messo tutti sul medesimo piano ma a scapito di “quel vasto e ricco apparato cerimoniale, religioso e civile” e che contraddistingue ogni piccola o grande comunità del nostro Paese. Si perde così il vero senso della festa e forse anche delle credenze popolari e delle tradizioni per fare spazio ad un melting pot civile e culturale fortemente seguito in nome del pluralismo. Nelle scuole italiane ritroveremo così ragazzini sempre più confusi e sballottati tra il Capodanno cristiano e sikh ed induista, che anticiperà il Capodanno Buddista, prima di quelli ebraico ed islamico, fino alla Festa della Luce. Per un intero anno ricco di festività ma che non rappresenterebbero affatto la cultura civile e religiosa che caratterizza il nostro Bel Paese.



LE CRITICHE ED I RISCHI

Ma qual è l’idea alla base del calendario arcobaleno? Con questa scelta il ministro Valeria Fedeli ha voluto ribadire come le religioni, alla fine, non esistono e tutto sarebbe lasciato alla libertà ed alla conoscenza scambievole, dove i riti e le stesse festività perdono il loro reale significato. In questo contesto, dunque, come sottolinea Mario Bozzi Sentieri, che fine faranno i presepi ed il Crocifisso in aula? “Tutto va azzerato nell’incubatore dell’indeterminato”. Alla fine, dunque, mettendo tutte le festività sul medesimo piano, incluse in un calendario formato da tante caselle colorate, si rischia di trasformare le varie feste in “oggetti neutrali di studio”, facendo perdere il loro reale valore e il senso della realtà. “Una realtà dove le differenze (religiose e non solo …) esistono, frutto di stratificazioni millenarie, e non possono essere certamente abolite da un calendario variopinto, nel quale le differenze vengono frullate e le feste, quelle in cui la comunità nazionale si riconosce, diventano solo delle date tra tante”, ha commentato l’editorialista. Il senso della Festa ha così perso oggi la sua vera essenza finendo così per venire banalizzata forse proprio a causa di un calendario variopinto. Allo stesso tempo però, negare le differenze “vuole dire favorire un processo di sradicamento culturale che partendo dalla Scuola tende a permeare tutta la società”. Ed il rischio, in questo caso, è quello di renderci sempre più deboli e manipolatori.

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