Il Premio Nobel 2017 per la Chimica è stata da pochi istanti assegnato a Jacques Dubochet, Joachim Frank e Richard Henderson perché «hanno scoperto un nuovo metodo per la visualizzazione delle molecole della vita», come ha appena annunciato il presidente dell’Accademia Reale delle Scienze Svedesi. Una scoperta sulla criomicroscopia elettronica considerata decisiva per comprendere i reali meccanismi di base della vita umana e per sviluppare così nuovi possibili farmaci per combattere ogni tipo di malattie: si tratta di strumenti capaci di mostrare la struttura di una molecola al livello del singolo atomo e in tre dimensioni. I tre scienziati, che si divideranno un premio di 940 mila euro, lavorano precisamente in Svizzera il primo, negli States gli altri due. Come spiega bene Focus, per la scoperta lanciata dai tre scienziati è stata utilizzata «una tecnica di imagining che rende possibile visualizzare le biomolecole dopo averle “congelate” molto velocemente, con il metodo della vitrificazione. In questo modo si preserva la loro forma naturale ed è possibile osservare nel dettaglio le relazioni spaziali tra le diverse molecole». (agg. di Niccolò Magnani)
IL MESSAGGIO DI LIDHAL
A circa due ore dall’annuncio del terzo grande Premio Nobel 2017, questa volta con la chimica protagonista e con uno o più vincitori che proseguiranno la tradizione anche del grande Tomas Lindhal, lo scopritore della cosiddetta “mutazione Jolie” che gli valse il Nobel nel 2015. Venne chiamata così la sua grande scoperta dopo che la bellissima attrice Angelina aveva dichiarato di aver ereditato dalla madre morta di cancro al seno una pericolosa mutazione di un gene (il Brca1): decise di asportarsi tutti e due i seni “preventivamente”. Lindhal invece, intervistato in occasione del Nobel per la Chimica di quest’anno, spiegò che anche senza attacchi esterni le nostre molecole di Dna sono instabili e per ripararle ci pensano dei particolari enzimi da attivare. «L’obiettivo è quello di sopprimerlo con nuovi farmaci e trattamenti, per renderlo meno minaccioso e paragonabile ad altre malattie croniche come il diabete nella terza età. Non sono sicuro che possa diventare completamente evitabile, ma voglio pensare che sarà curabile»: da malattia fatale a malattia della vecchiaia, il “messaggio” e il progetto del 79enne lanciato in vista del nuovo Nobel che seguirà oggi è di quelli importanti. Chi saprà ereditarne il “prestigio”? (agg. di Niccolò Magnani)
TUTTO PRONTO PER IL NOBEL DELLA CHIMICA
Mercoledì 4 ottobre, alle ore 11.45, l’Accademia Reale di Stoccolma svelerà i vincitori del premio Nobel per la Chimica 2017. In questi giorni si sta alzando il sipario sui vincitori dei prestigiosi riconoscimenti internazionali, ed anche per la Chimica alcune indiscrezioni fanno pensare a quelli che potrebbero essere i papabili per l’edizione di quest’anno del premio. Sono tre le ricerche che potrebbero essere indicate come vincitrici. Innanzitutto gli studi nell’attivazione del legame carbonio-idrogeno degli statunitensi John Bercaw e Robert Bergman e del russo Georgiy Shulpin. Quindi, lo studio e lo sfruttamento della catalisi eterogena del danese Jens Norskov. Infine, gli studi e le applicazioni dell’uso di perovskite per creare tecnologie che sfruttino l’energia solare, portate avanti da Tsutomu Miyasaka, Nam-Gyu Park ed Herny Snaith. Da questo terzetto potrebbe uscire il nome del lavoro vincitore, pur sottolineando che si tratta di tre ricerche all’avanguardia.
PREMIO NOBEL CHIMICA 2017: LE RICERCHE CHE POSSONO VINCERLO
Analizzando nel dettaglio, il lavoro di Bergman e Bercaw e di Shulpin sul legame carbonio-idrogeno è uno di quelli attualmente più seguiti nel campo chimico e che viene ritenuto potenzialmente in grado di offrire le maggiori applicazioni, soprattutto nello sviluppo di nuovi metodi di sintesi, il che potrebbe rappresentare una svolta nella produzione di nuovi materiali sintetici. Il lavoro norvegese di Jens Norskov sulla catalisi eterogena è un’altra nuova frontiera dell’industria chimica, che potrebbe avere un impatto decisamente positivo sull’ambiente, visto che Norskov si è concentrato sullo sviluppo di metodi catalitici che possano aumentare in maniera sensibile l’efficienza e al tempo stesso la sostenibilità. Per quanto riguarda la ricerca anglo-nippo-coreana sulla perovskite, anche in questo caso l’ambiente viene tenuto in grande considerazione, visto che il lavoro potrebbe portare allo sviluppo e alla produzione di celle ad energia solare in grado di aumentare esponenzialmente l’efficienza.