Per un sacerdote nordirlandese le parole Natale e Pasqua hanno ormai perso il loro autentico significato e vanno sostituite con qualcosa di alternativo, ecco di cosa si tratta
Leggendo il titolo come appare sul sito irishcentral.com sembrerebbe che questo sacerdote, il parroco Desmond Desmond O’Donnell, sia impazzito o che abbia sparato l’ennesima provocazione contro la sua stessa fede. Ma approfondendo la notizia si scopre che non ha tutti i torti, anzi. “Sacerdote nord irlandese dice ai cristiani di abbandonare il Natale” è infatti il titolo dell’articolo. Come dire: la festività della nascita di Gesù è da dimenticare. Ma il sacerdote, come riporta poi in modo più chiaro il quotidiano Belfast Telegraph, citando meglio il suo pensiero, intendeva dire che oggigiorno il Natale ha perso ogni aspetto del suo vero significato, appunto la nascita del Salvatore. E’ una festa commerciale, di cui nessuno neanche i cristiani si ricordano il significato o comunque il valore intrinseco. E dunque, aggiunge, meglio sarebbe abolire la parola stessa, Natale.
La stessa cosa vale per la Pasqua aggiunge. “Meglio abbandonarla” dice “è una parola che è stata privata del suo contenuto e dirottata su altro, è un dato di fatto”. Non voglio apparire un cinico negazionista che vuole uccidere la gioia di questo giorno e non ho niente contro gli atei, dice ancora “che celebrano la nascita di Cristo alla loro maniera”. La sua proposta, spiega, è di usare un’altra parola. Attenzione che però nei paesi anglosassoni Natale si dice Christmas, che contiene appunto la parola Christ, Cristo, ed è una abbreviazione delle parole Christ’ mass, poi in inglese antico diventata Cristesmæsse, cioè la celebrazione liturgica di Cristo. La sua proposta alternativa? Chiamare quel giorno “Natività” e al posto di Pasqua “Resurrezione”. Cosa che i sacerdoti e i cristiani comunque già fanno.
