Dopo aver ospitato la scorsa settimana i genitori di Trifone Ragone, nel nuovo appuntamento del Maurizio Costanzo Show il giornalista e padrone di casa accoglierà sul palco del programma Giovanni Lelli e Maria Grazia di Bari. Loro sono il papà e la mamma di Nicole Lelli, giovane 23enne uccisa dall’ex marito cubano il 16 novembre di due anni fa a Roma. Quello tra la figlia e Yoandris Medina Nunez, 24enne di nazionalità cubana, fu un vero e proprio colpo di fulmine. Un amore che però non fu subito accolto positivamente da papà Giovanni, autista, e mamma Maria Grazia, insegnante. Dopo essersi innamorati, i due giovani erano partiti alla volta di Cuba. Qui, dopo una breve convivenza, avevano deciso di sposarsi. Una sorta di “gioco” per Nicole, anche per il fatto che quel matrimonio non veniva riconosciuto tale in Italia. Differente invece la visione del cubano, per il quale quelle nozze rappresentavano una promessa di amore eterno. Per questo motivo, ad insaputa della ragazza, Yoandris si recò presso l’ambasciata italiana riuscendo a convalidare il matrimonio. Un gesto che indispettì non poco Nicole, tanto da chiederne l’annullamento e fare ritorno a Roma, nella sua casa, dove riprese la vita di sempre. A raggiungerla e rompere quella ritrovata normalità fu proprio il cubano che, dopo essere tornato in Italia, si recò dalla ragazza con la speranza di convincerla a fare un passo indietro e a tornare insieme. Senza un visto e in possesso illegalmente di un’arma, il 16 novembre 2015 pretese un ultimo chiarimento con la ragazza, uccidendola con un colpo di pistola, una Beretta calibro 7.65, puntata alla testa. Dopo lo sparo, Medina portò in auto il cadavere dell’ex moglie per alcune ore, poi chiamò le Forze dell’Ordine e confessò tutto: “Ho ucciso mia moglie. Mi tradiva, a Cuba si fa così”.
SENTENZA YOANDRIS MEDINA NUNEZ: LA RABBIA DEL PADRE
L’ossessione che lei potesse averlo tradito a Cuba ma anche dopo il ritorno in Italia, ha portato Yoandris Medina Nunez a compiere l’orrendo omicidio per il quale in primo e secondo grado è stato condannato a 20 anni di carcere. La condanna in appello è giunta nei giorni scorsi, anche se alla vigilia del nuovo processo la madre di Nicole Lelli, Maria Grazia di Bari, aveva ribadito la sua grande preoccupazione in una intervista drammatica al programma di RaiUno, Storie Italiane: “Sono molto tesa e ho paura che la pena si abbassi”, aveva detto. “Io mi sto facendo coraggio non solo per Nicole ma per tutte le donne, perché i giudici penso che dovrebbero mettersi un pochino la mano sulla coscienza”, aveva aggiunto la donna, sottolineando come per omicidi simili sarebbe opportuna una pena alta. Dopo la sentenza di secondo grado il papà di Nicole, Giovanni Lelli, raggiunto telefonicamente da FanPage aveva espresso la sua delusione per la conferma della pena a 20 anni a carico dell’assassino reo confesso dell’amata figlia: “È finito così questo processo, cioè la vita di mia figlia è valsa 20 anni e questa è una responsabilità della classe politica italiana che non vuole mettere mano a certe leggi”, aveva commentato. Per l’uomo, la sentenza in Appello si sarebbe portata dietro “tutti gli errori giudiziari che sono stati fatti in primo grado”. Una sentenza certamente ingiusta, in quanto “non proporzionale al dolore a al danno” che ha provocato in chi amava la giovane 23enne. A detta di Giovanni, la soluzione contro situazioni simili potrebbe essere rappresentata dall’eliminazione del rito abbreviato per reati gravissimi come quello commesso a scapito di Nicole. “Senza il rito abbreviato, in primo grado l’assassino di mia figlia avrebbe preso 30 anni, invece così potrà rifarsi una vita quando uscirà, a 40 anni, mentre la nostra è distrutta”, aveva chiosato l’uomo.