Mario Seferovic: parla la mamma del 21enne rom arrestato per il presunto stupro a due 14enni a Roma. La donna difende il figlio e lo ritiene del tutto estraneo alla vicenda.
A rompere il silenzio attorno al presunto stupro avvenuto a Roma lo scorso 10 maggio a scapito di due ragazzine appena 14enni, da parte del 21enne rom Mario Seferovic e del suo complice Bilomante Maikon Halilovic è stata la madre del primo. Intervistata dalla trasmissione Matrix, in onda nella seconda serata di oggi di Canale 5, la donna ha reso alcune sconvolgenti dichiarazioni prendendo le difese del ragazzo e dicendosi assolutamente incredula rispetto alle accuse che gli sono state mosse. “Queste cose Mario non le fa. Sono cose gravi”, dice la donna, Ferida, madre di Mario. “Per sc***re una donna? Se voleva sc***re, dava 20 euro a una pu****a e si sarebbe sc***to una pu****a. Ma non una ragazza per farle violenza, per andare poi in caserma”, ha aggiunto l’intervistata difendendo a spada tratta il 21enne presunto violentatore. Poi attacca la ragazzina che lo avrebbe accusato asserendo: “Ma chi pensa queste cose? Ha detto bugie quella ragazza”. I due giovani, intanto, sono attualmente in carcere, indagati per lo stupro avvenuto in una zona boschiva della Capitale, nel quartiere Collatino. Lo scorso lunedì Mario Seferovic ed il presunto complice 26enne si sono presentati davanti al gip per la convalida del fermo ma si sono avvalsi entrambi della facoltà di non rispondere. Nel commentare il fatto la madre di Seferovic avrebbe puntato il dito anche contro le ragazze italiane in generale: “Se io ho voglia, viene un uomo e decidiamo insieme di andare a sc***re. Dopo tanti mesi, tanti anni, fanno la denuncia, queste sono le italiane”.
LA VERITÀ SUL PRESUNTO STUPRO NEGLI SMARTPHONE DEI DUE ROM?
Oltre alle parole della donna e destinate a far discutere, proseguono le indagini attorno al caso di stupro a scapito di due 14enni, atte a fornire la verità sul presunto episodio di violenza. Una verità che, come riporta Leggo.it, potrebbe essere contenuta negli smartphone dei due rom arrestati. Riflettori accesi, dunque, sul contenuto dei cellulari attualmente al vaglio degli inquirenti e nel quale potrebbe esserci la traccia di messaggi di minacce di morte che gli aggressori avrebbero rivolto alle due presunte giovani vittime. Con indicibili minacce, infatti, sarebbero state incitate a mantenere il silenzio sull’accaduto, come confermato dalle due ragazzine in sede di incidente probatorio deciso per cristallizzare una prova in vista di un possibile processo. In quell’occasione le due giovani avevano individuato senza ombra di dubbi l’autore dello stupro, indicando Mario Seferovic, così come quello del complice 26enne, che durante la violenza faceva da palo assicurandosi che non passasse nessuno nei pressi del luogo dell’orrore.