Un parroco di Genova ha distribuito centinaia di presepi ai bambini della sua scuola dicendo loro di piazzarli ovunque sia proibito, cioè nelle scuole. Ecco di cosa si tratta
Continua la guerra dei presepi, una guerra che non è destinata a portare da nessuna parte e costruire solo muri su muri. Se alcuni solerti responsabili scolastici, burocrati del laicismo spinto incapace di guardare serenamente la realtà si intestardiscono a vietare il presepe (casi rarissimi peraltro), sacerdoti altrettanto solerti lanciano offensive che servono solo a mettere la gente una contro l’altra, a confondere i bambini e i genitori e a portare divisioni. La diatriba è basata sul niente: se è vero che la costituzione italiana vieta una religione di stato per cui dare prevalenza a quella cristiana rispetto ad altre, o anche imporre un simbolo religioso in un luogo dove non dovrebbero essercene, gli edifici pubblici, pare una prevaricazione, è altrettanto vero che si tratta di un gesto che rappresenta una tradizione, quella cristiana e oltretutto italiana, visto che il presepe lo ha inventato un santo italiano, san Francesco.
Non ci dovrebbero essere drammi da una parte e dall’altra, solo un po’ di pacifico buon senso. Don Valentino Porcile parroco della Santissima Annunziata di Sturla a Genova invece è un prete combattente: “Il presepe ovunque: sarebbe bello che ognuno di voi portasse il presepe sul banco. In quei posti dove oggi si dice: nessun simbolo religioso deve entrare” ha scritto sulla sua pagina facebook. Ha quindi regalato trecento immagini del presepe ai bambini nella sua chiesa invitandoli a portarseli a scuola e dando un ordine ai piccoli soldatini: “Un’immagine da appendera all’abero, se volete. Oppure da mettere dove più vi piace. Sarebbe bello che ognuno di voi la attaccasse al diario di scuola, e che portasse il presepe sul banco, in quei posti dove oggi si dice: nessun simbolo religioso deve entrare”. Aggiungendo: “Io voglio e devo essere libero di poter dire: sono credente, sono Cristiano, per me il Natale è Lui. Riportare Dio e i valori nel mondo, non solo con un’immagine o un simbolo, ma anche con una credibilità personale. Non è questa una nostra urgenza?”. Insomma, tanti piccoli crociatini al fronte. Perché non ci va lui di persona nelle scuole a chiedere di mettere il presepe invece di rimanere nascosto in sacrestia?