-Il frame di Raffaele Sollecito entrato per sempre a far parte dell’immaginario collettivo è quello del ragazzo che poco dopo l’omicidio di Meredith Kercher, bacia dolcemente Amanda Knox, la statunitense che per molto tempo è stata additata come colpevole del delitto di Perugia. Ed è stato lo stesso Raffaele, intervistato da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio durante ECG su Radio Cusano Campus, a spiegare quel gesto tanto contestato dalla stampa:”Parlavano di me come un ragazzo di ghiaccio, come il diavolo che baciava Amanda fuori dalla villetta dove era avvenuto il crimine, in modo totalmente incurante di tutto e addirittura che pensava soltanto alle passioni. Però la realtà è ben diversa, più volte ho cercato di parlare e far capire che Amanda la conoscevo da cinque giorni e che cercavo solo di confortarla, perché la sua famiglia era a migliaia di chilometri di distanza. Ma questo non importa, perché tanto i media continuano a parlare di fatti pruriginosi e a distorcere la realtà e basta un servizio televisivo per influenzare le svariate milioni di persone che sono all’ascolto. La gente del processo, di quello che è accaduto nelle udienze, sa ben poco, ha altro a cui pensare. Preferisce avere la pappa pronta del tg dell’ora di pranzo. La mia così diventa una battaglia contro i mulini a vento”.”
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Per Raffaele Sollecito il mancato accoglimento della sua richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione da parte della Corte d’Appello di Firenze è stato un boccone amaro. Il giovane, per quanto sia stato assolto dal processo che ha cercato di fare luce sull’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto l’1 novembre 2007 a Perugia, è stato profondamente segnato dalla vicenda e dall’esperienza in carcere. Intervenendo a Radio Cusano Campus nella trasmissione ECG condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, Sollecito ha confessato:”Per non impazzire mi avvalgo della mia famiglia, delle persone che mi vogliono bene. Cerco di sperare in un futuro migliore, anche se a volte ho pensato di non farcela. L’unica che posso fare, però, è combattere fino all’ultimo. Altrimenti finisco prima, nel senso che se mollassi prima non saprei nemmeno a che cosa sarebbe servito tutto quello che ho fatto fino ad oggi”. Ma qual è adesso il suo rapporto con Amanda Knox, il personaggio sicuramente più controverso dell’intera vicenda:”L’ho rivista quando sono stato negli Stati Uniti, ma non la sento da un po’. Queste per me sono questioni secondarie”.
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Il fatto che la Corte d’Appello di Firenze abbia rigettato la sua richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione non è andata giù a Raffaele Sollecito, assolto per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia il primo novembre del 2007. Intervenuto sulle frequenze di Radio Cusano Campus durante il programma ECG, Sollecito ha dichiarato:”Non sto bene. Visto tutto quello che ho passato durante tutti questi anni, per me è davvero una vergogna quanto accaduto. Abbiamo fatto ricorso davanti a una sentenza che è totalmente scritta in chiave accusatoria, una sentenza che di fatto è una nuova condanna, che non tiene conto di quanto emerso precedentemente in tutti i processi che hanno riguardato il mio caso. Io ho fatto 4 anni di prigione, 3 anni e mezzo di carcere di massima sicurezza e altri praticamente sei anni di ingiustizie e in pratica sono rimasto in un limbo, in una specie di prigione agli arresti domiciliari, perché di fatto sia i magistrati che le persone hanno continuato a guardare di sott’occhio e a commentare tutto quello che faccio o che dico, tanto è vero che per una vera e propria vita devo dare conto agli altri, a chi ha pregiudizi e a tutti quelli che hanno visto di me un’immagine che in realtà non esiste”. Sollecito sembra dover fare i conti con il giudizio di un’opinione pubblica che continua a guardarlo come fosse colpevole:”Il popolo continua a trattarmi da colpevole, ma questo soprattutto perché l’immagine di me, fin dall’inizio, era questa, quella di un colpevole”.