Adele De Vincenzi, dalla perizia medico legale i risultati choc: nel suo sangue un quantitativo di ecstasy pari a 10 dosi. Pm pronto a chiedere giudizio immediato per 2 ragazzi.
Emergono importanti novità sulla morte della giovane Adele De Vincenzi, la ragazzina appena 16enne deceduta nel pieno dell’estate appena trascorsa dopo aver assunto della droga. Il quotidiano Il Messaggero rivela alcuni dati choc relativi alla perizia eseguita dal medico legale incaricato sul corpo della giovane vittima: ebbene, nel suo sangue era presente una concentrazione di MdMa, ovvero ecstasy, “dieci volte superiore al limite riconosciuto come dose unitaria dal sistema sanitario”. E’ come se Adele avesse assunto, quindi, 10 dosi della sostanza sintetica che poi l’ha uccisa. A stroncarla lo scorso luglio fu proprio una overdose. Per questa drammatica vicenda finirono in arresto non solo il fidanzato 21enne della vittima, Sergio Bernardin, ma anche Gabriele Rigotti, amico 19enne. Entrambi sono poi stati messi ai domiciliari. Nei guai finì anche il pusher, un 17enne di Busalla accusato di aver ceduto la droga ad Adele ed ora in custodia cautelare in un istituto.
L’INDIFFERENZA DEL FIDANZATO E DELL’AMICO
Il fidanzatino e l’amico di Adele Di Vincenzi, ora ai domiciliari, dovranno entrambi rispondere di spaccio aggravato e morte in conseguenza di altro reato. In merito al pusher minorenne, inizialmente aveva accusato un giovane 20enne ecuadoriano ma grazie alle indagini fu poi smentito. Nei giorni successivi potrebbero intervenire ulteriori novità, come emerso da Fanpage.it, poichè il pm Michele Stagno chiederà l’archiviazione per il minorenne e il giudizio immediato per i primi due ragazzi. Secondo quanto emerso dalle drammatiche indagini sulla morte della 16enne, pare che lo scorso 28 luglio, quando Adele iniziò a stare male, nessuno dei suoi amici intervenne in suo soccorso. Loro non furono gli unici ad assumere un atteggiamento di totale indifferenza alla vista della ragazzina a terra. L’unica persona che si fermò e chiamò prontamente il 118 fu un netturbino: “Venite c’è una ragazza che sta male e i suoi amici non vogliono chiamare i soccorsi”. Appena 40 minuti dopo l’arrivo al pronto soccorso, però, Adele è deceduta.