Ci sono voluti dodici anni per arrestare l’autore della strage della famiglia Cottarelli, Vito Marino: padre, madre e figlio di 17 anni, avvenuta il 28 agosto 2006 nella loro abitazione di Brescia. Agli agenti di polizia si presentò uno scenario orribile: madre, Marzenne Tosar di 41 anni, di origine polacca e il figlio seduta su un divano nella taverna della villa, mani legate da fascette per elettricisti, sgozzati, i pigiami coperti di sangue, cadaveri. Il capofamiglia era ancora agonizzante, all’ingresso dell’abitazione, morto poche poche in ospedale. Fu un regolamento di conti fra esponenti della mafia siciliana. Vito Marino fu condannato in contumacia nel 2006 accusato di essere l’autore della strage, si trattava del figlio di Girolamo Marino ucciso nel 1986 dal boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro ed era uno dei capi del clan trapanese.
TRAPANI, ARRESTATO LATITANTE VITO MARINO
Insieme a lui erano altre due persone, il cugino Salvatore e un’altra persona, che era presente la sera della strage e che ne fece il nome alla polizia. Nel 2017 la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Vito, che solo adesso è stato scoperto a nascondersi in un ovile in provincia di Trapani chissà da quanto tempo. “L’abbiamo preso mentre dormiva, sul divano, in un ovile nelle campagne di Vita. In trenta abbiamo fatto irruzione, non ha opposto resistenza”. E’ questo il racconto che fa il capo della Squadra Mobile di Trapani, Fabrizio Mustaro, Arrestati anche i due proprietari dell’ovile, non si sa al momento se saranno incarcerati. Il nome Vito Marino d’altro canto nelle campagne tra Trapani e il Belice è un nome che incute paura a tutti e a cui tutti si sottomettono.