Malta si mobilita in memoria di Daphne Caruana Galizia, la giornalista trovata morta un anno fa in circostanze misteriose. Una folla si è radunata a Republic street, una delle vie principali della Capitale maltese La Valletta, oltre 5mila persone per chiedere giustizia e verità per una voce indipendente uccisa e per la quale il Governo laburista del premier Muscat, dodici mesi dopo, non ha ancora fatto nulla se non cercare in maniera inquietante di cancellare tracce che potessero mantenere viva la memoria di Daphne, come far rimuovere fiori e candele che la ricordavano per ragioni di “decoro urbano”, nonostante questi memoriali venissero poi subito ripristinati dagli attivisti. Al momento non si è arrivati non solo alla soluzione nel caso, ma neppure a una versione ufficiale che possa far pensare che le indagini si stiano muovendo nel verso giusto.
UN’EREDITA’ DIFFICILE
Uno stallo inaccettabile per i tanti attivisti, colleghi giornalisti e comuni cittadini che hanno infiammato la piccola Malta con un corteo silenzioso, conclusosi poi sotto un palco in cui nomi importanti del giornalismi prestato alla difesa dei diritti civili hanno preso la parola, come Pauline Adés-Mevel, di Reporter Sans Frontières, Flutura Kusari, del European Centre for Press and the Media Freedom, Scott Griffen, dell’International Press In, Courtney Radish, del Committee to Protect Journalists, e anche Manuel Delia che di Daphne ha proseguito le inchieste che hanno fatto tremare le stanze del potere maltesi. Presenti anche alcuni parlamentari dell’opposizione, con l’occhio dell’Europa sempre posato sulla vicenda ma in maniera un po’ distratta. Nel primo anniversario della morte di Daphne Caruana Galizia, il Parlamento di Malta ha almeno compiuto un atto ufficiale in segno di lutto, sospendendo i lavori. Ma della verità ancora non c’è traccia.