La moglie di Massimo Bossetti crede nell’innocenza di suo marito, nonostante la sentenza della Cassazione abbia confermato la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Marita Comi continua dunque a difendere il marito, e lo fa attraverso il suo avvocato Claudio Salvagni al quotidiano Libero: «Massimo è innocente, ed è quello che ripeto ai nostri figli. Lo conosco da quando eravamo ragazzi e so che non mente», ha dichiarato la 40enne. L’ex carpentiere di Mapello resta in carcere, ma può contare sul sostegno della sua famiglia che crede nella sua estraneità al delitto di Brembate di Sopra, dove il 26 novembre 2010 la 13enne scomparve e poi venne trovata morta tre mesi dopo. «Ho dei figli che stanno crescendo, se non fossi convinta della sua estraneità all’assassinio della piccola Yara, non sarei certo rimasta con lui», ha proseguito Marita Comi, spiegando che questo è un «momento drammatico per Massimo, per tutti».
“MASSIMO BOSSETTI NON HA UCCISO YARA GAMBIRASIO”
La sentenza della Cassazione ha deluso le aspettative della famiglia di Massimo Bossetti, perché sperava «che gli fosse data la possibilità di ripetere la prova del Dna, invece nulla». L’uomo, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, si trova nel carcere di Bergamo, dove la moglie va a trovarlo spesso insieme ai loro tre figli. Bossetti sta però per essere trasferito nel penitenziario dove sconterà la pena, a Opera o Bollate, nel Milanese. Ai microfoni di Libero, sua moglie ha spiegato che, mentre gli altri detenuti colpevoli alla fine si rassegnano e cominciano un percorso di ricostruzione, suo marito invece non ci riesce, «perché è innocente e quindi non accetta la privazione della sua libertà». Bossetti, muratore originario di Mapello, è stato condannato per aver accoltellato Yara in un campo a Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri da Brembate, e averla lasciata ferita a morire di freddo. Decisiva la traccia di Dna ritrovata sui leggings e gli slip di Yara.