Piazza San Carlo: “Rapine con spray urticante per noia”, questa la confessione di Sohaib Bouimadaghen in una lunga lettera pubblicata da La Stampa. Il ventenne, di origine marocchina ma italiano di seconda generazione, è stato arrestato in seguito all’inchiesta delle forze dell’ordine sulla tragedia di Torino dello scorso 3 giugno 2017. Oltre al giovane, residente a Ciriè, sono finiti in carcere tre connazionali: Aymene Es Sabihii, Mohammed Machmachi e Hamza Belghazi. Nel corso della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid sul maxi schermo della celebre piazza torinese, si scatenò il panico: fuggi fuggi della folla e centinaia di feriti, con il tragico bilancio di un morto. Ora il ventenne ha deciso di tornare su quella maledetta notte, in cui cercò insieme ai complici di derubare gli spettatori con lo spray urticante: una rapina che “era facile e c’era rischio zero”, fatta “per noia, per gioco”.
“RAPINA CON SPRAY PER NOIA, ERA FACILE RUBARE”
Il ventenne è stato accusato, così come gli altri tre coinvolti, di di omicidio preterintenzionale, lesioni plurime colpose e rapina aggravata in concorso. Una bravata fatta per “noia” che ha avuto delle ripercussioni rilevanti: la trentottenne Erika Pioletti perse la vita e oltre 1500 persone rimasero ferite. “Non sono un mostro” sottolinea Sohaib, che si dice “pentito”. Ma sottolinea: “Ciò che è accaduto quella notte è colpa di un botto sordo avvenuto alcuni minuti dopo aver spruzzato lo spray al peperoncino”. Il giovane si è ritrovato “per gioco in un giro di furti” ed ha evidenziato: “Per nostra fortuna nessuno ci aveva mai presi prima di quella notte, ma ora posso dire che è stata una sfortuna. Se ci avessero fermato ci avrebbero aperto gli occhi, perché siamo molto giovani e abbiamo bisogno di qualcuno che ci mostri la strada”.