Prosegue il processo all’ex carabiniere Dino Maglio, accusato di aver narcotizzato e stuprato 14 turiste straniere. In aula, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, hanno testimoniato cinque presunte vittime di violenza sessuale, tra cui tre amiche portoghesi. Le ragazze, aiutate da un interprete, hanno risposto a tutte le domande del pubblico ministero Giorgio Falcone, titolare delle indagini. In particolare le tre amiche hanno ricordato quei giorni dell’agosto 2013, quando sono state ospitate a casa dall’ex carabiniere a Padova, in zona Arcella. Hanno raccontato – come riportato da Il Gazzettino – di aver bevuto un paio di bicchieri a casa di “Leonardo”, così si faceva chiamare Maglio, ma dopo alcuni minuti si sono sentite stordite. «Ci ricordiamo solo che siamo finite in una discoteca dove c’era una sfilata di moda». Una delle tre ragazze ha però aggiunto: «Io ho bene presente quando Leonardo mi ha toccato nelle parti intime, sullo stesso letto dove stava riposando la madre».
DINO MAGLIO, ACCUSATO DI AVER STUPRATO 14 TURISTE STRANIERE
Dino Maglio, presente in aula, ha dato la sua versione dei fatti ai giudici. «La verità è che le ragazze si sono ubriacate da sole». L’ex carabiniere ha raccontato che quando sono arrivati a villa Barbieri hanno acquistato diversi super alcolici. «Io mi sono arrabbiato perché ho dovuto pagare. Una di loro mi ha vomitato in auto e anche in quella occasione mi sono irritato», ha raccontato, come riportato da Il Gazzettino. In questo processo Dino Maglio è accusato di aver narcotizzato e stuprato 14 turiste straniere, ragazze che ospitava nel suo appartamento dove, secondo l’accusa, le drogava e violentava. Loro lo contattavano tramite il sito Couchsurfing per essere ospitate per trascorrere qualche giorno a Padova e visitare Venezia. Il pm Falcone sostiene che le violenze siano cominciate nel 2013, quando sono arrivate le prime ragazze. Maglio era stato già condannato a cinque anni di carcere, in rito abbreviato, per aver abusato di una 16enne australiana. E ha patteggiato otto mesi al Tribunale di Venezia per detenzione di materiale pedopornografico. Ora sta scontando la pena nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Il fine pena è fissato a maggio 2019, ma potrebbe uscire già a marzo.