Chiesta condanna a 15 anni e sei mesi di carcere al pirata di Condove che lo scorso anno speronò due motociclisti provocando la morte di una 27enne per vendicarsi di un sorpasso
Chiesti 15 anni e mezzo di carcere per il pirata di Condove. La memoria del terribile episodio è ancora ben impressa, ci furono anche le immagini video di una telecamera di sicurezza a riprendere quanto accade il 9 luglio dello scorso anno. Un episodio di guerra su strada, la rabbia e la voglia di vendetta che spesso accompagnano chi guida, quel senso di impotenza che certi individui accumulano quando si vedono superati o ritengono di aver subito un torto. Giustificazioni intollerabili, segno della violenza che quelle persone si portano dentro a prescindere, pronta a scattare in qualunque momento. Quel giorno Maurizio De Giulio, un elettricista di 51 anni, era a bordo del suo furgone in Val di Susa, si trovava per la precisione alla rotonda di Condotte, località Gravio. Poco prima aveva litigato con un motociclista che a bordo portava la sua ragazza, Elisa Ferrero, 27 anni. Il pilota, Matteo Penna, 29 anni, avrebbe fatto una manovra azzardata di sorpasso, come ne fanno a centinaia i motociclisti e magari tutto finisce mandandoli a quel paese.
PIRATA DI CONDOVE, L’INSEGUIMENTO E LA VENDETTA
Ma per De Giulio no, era un torto gravissimo da vendicare. Si lanciò a tutta velocità al loro inseguimento (risultò poi avere un tasso di alcol del doppio di quello consentito) fino a riuscire a speronarli trascinandoli sulla rotonda. Elisa Ferrero, per l’urto e la caduta, morì sul colpo. Lui, Matteo Penna, è stato in coma a lungo, poi fortunatamente si è ripreso. Sull’asfalto due corpi immobili e l’elettricista con la mente nella nebbia. Aveva cercato di scusarsi scrivendo ai familiari una richiesta di perdono “per l’immenso dolore provocato” e dicendo che non voleva speronarli. Un anno dopo è arrivata la richiesta di condanna: 15 anni e mezzo di carcere. E’ quanto avanzato dal pm di Milano, Piero Basilone per Maurizio De Giulio, accusato di omicidio volontario. L’imputato aveva chiesto ed ottenuto dal giudice milanese, Anna Calabi, di essere processato con il rito abbreviato, che gli permetterà in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena, come previsto dalla legge.