Panorama ha descritto Vittorio Sgarbi come “l’uomo andato in pensione senza lavorare un giorno”. La polemica scoppia attorno al critico d’arte, deputato della Repubblica italiana e sindaco del comune di Sutri in provincia di Viterbo. Si trata di un caso previdenziale sui generis con l’uomo che è andato in pensione dopo 51 anni di contributi da funzionario dei Beni Culturali anche se molti figurativi. Sgarbi ribadisce di essere in aspettativa da oltre trent’anni, dal 1985: “Ero sempre in aspettativa gratuita e non mi pagavano. In effetti è incredibile perché primo non l’ho chiesto, ma me l’hanno comunicato. Secondo perché vado in pensione con la Legge Fornero ovvero le regole più severe per quanto riguarda il limite anagrafico“. Una situazione paradossale legata a un assenteismo che a Sgarbi è costato pure una condanna per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato Italiano, come raccontato con grande precisione ne La Repubblica delle banane.
Sgarbi “in pensione senza lavorare un giorno”: la risposta del critico
Sulla polemica legata alla pensione senza aver lavorato un giorno Vittorio Sgarbi fornisce ampia spiegazione a Panorama. Il critico d’arte specifica che la pensione sarà tra i 2500 e i 3500 euro al mese e specifica addirittura come a casa sua si spendano attorno ai 30mila euro nello stesso periodo tra assistenti, dipendenti della Fondazione e 7mila eurodi affitto. Specifica: “La mia lunghissima aspettativa è stata un risparmio importante per lo Stato. L’hanno avuta tutti e mi pare giusto perché è una regola democratica”. Si passa poi a parlare della sua vita politica che sintetizza con una frase: “Mi cacciano sempre“. È indiscutibile che Vittorio Sgarbi sia sempre al centro della polemica come personaggio in grado di esprimere sempre le sue idee anche quando abbastanza estreme. Quello che non ci si aspettava era di vederlo finire sulle prime pagine per una questione legata alla sua pensione.