Alberto Repossi, il gioielliere delle principesse e la storia della sua maison di Torino: "Non è importante il valore, dev’essere un simbolo",
DIANA, UNA DONNA SEMPLICE
Prosegue Alberto Repossi: «Oggi non c’è più bisogno di coprire le rughe con diamanti e rubini? Ci sono altri modi per ingannare il tempo che passa, ma a proposito di collier quel testardo di mio padre Costantino, con un carattere e un talento artistico che ricorda quello di Gaia, disegnò un collier di perle con chiusura con un grande diamante solitario per la Callas. Ma lei quando scoprì che il diamante andava nascosto dietro alla nuca, si arrabbiò, salvo ricredersi quando quel gioiello fu apprezzato dalle amiche». E a proposito della principessa Diana: «Una donna semplice. Aveva scoperto le creazioni Repossi vedendo le vetrine che al tempo avevamo accanto a Cartier in Bond Street a Londra. E a parte il famoso anello che scelse per lei Dodi, avevamo appuntamento a Londra dopo quella maledetta estate del ’97 perché voleva cambiare montatura a una serie di “Royalty”, disse lei, per farne bijoux moderni».
