Napoli, maestra aggredita e picchiata a scuola davanti ai bambini della scuola materna: ultime notizie, Fuorigrotta. Trauma cranico per la docente, denunciata la madre 31enne

È stata dimessa solamente dopo due giorni dall’ospedale l’insegnate di 50 anni di una scuola di Napoli a Fuorigrotta che è stata picchiata dalla madre di uno dei suoi alunni che, imbufalita, si era scagliata contro di lei davanti a tutta la classe accusandola del livido riportato da suo figlio e di aver usato dei toni eccessivamente bruschi nei suoi confronti. L’episodio infatti risale a più di 48 ore fa ed ha avuto luogo presso l’Istituto elementare “Giacomo Leopardi” nel celebre quartiere del capoluogo partenopeo e, come accade oramai sempre più di frequente, ha riportato in prima pagina il mondo della scuola e le violenze perpetrate non solamente dagli studenti ai danni di loro coetanei o degli insegnanti, ma pure quelle che vedono “in prima linea” i loro genitori e che sovente sono rivolte nei confronti del corpo docente. In seguito all’aggressione da parte della madre 31enne (denunciata nel frattempo a piede libero), la maestra infatti non solo aveva riportato un trauma cranico ma aveva anche perduto i sensi ma oggi i medici dell’ospedale San Paolo di Napoli hanno dato l’ok alle sue dimissioni, stando a quanto riferiscono delle fonti interne alla struttura sanitaria. (agg. di R. G. Flore)



MAESTRA PICCHIATA DA UNA MADRE DAVANTI AGLI ALUNNI

Non aveva gradito che il figlio fosse stato trattato con modi bruschi dopo l’ennesima “ragazzata” e quindi ha deciso di dare lei una “lezione” alla maestra: solo che l’ha ridotta priva di sensi e un violento trauma cranico. Un aggressione violentissima e assurda è avvenuta due giorni fa nella scuola materna di Fuorigrotta, alle porte di Napoli: come spiega il Mattino, l’insegnante era descritta da tutti come mite e molto coscienziosa oltre che di lunga esperienza; ma quella madre di quel bambino non accettava che il figlio fosse stato ripreso davanti a tutti, accusandola anche di avergli provocato un livido. Senza provare nemmeno a capire cosa potesse essere successo in quella classe, la donna ha deciso di farsi (in)giustizia da sola: si è gettata contro la maestra mentre i bambini erano con lei appena usciti dalla classe. Tre persone, un bidello e due assistenti, sono dovute intervenire per bloccare l’aggressore, una donna poco più che trentenne, ora denunciata a piede libero per lesioni personali: «non devi toccare mio figlio», e già botte per diversi minuti, fino alla perdita dei sensi per la docente e il trauma cranico molto pericoloso. «Siamo preda di una follia collettiva. Oggi la scuola ha perso ogni autorevolezza, ed è colpa di un sistema che ha dimenticato i valori legati all’istituzione e non mostra alcun rispetto per la scuola», spiega a Repubblica il dirigente scolastico della “Leopardi”, Dino Sangiorgio. Assieme alla madre c’erano anche alcuni parenti che le davano manforte: nessuno pentito a quanto pare di quanto successo.



EMERGENZA EDUCAZIONE IN TUTTA ITALIA

È inutile ormai anche fare ogni volta l’elenco solo degli “ultimi” casi avvenuti in tutto il Paese che vedono coinvolti insegnanti, alunni, genitori e personale scolastico nelle situazioni più svariate: punizioni, soprusi, abusi, aggressioni e quant’altro. Quanto avvenuto a Fuorigrotta, con un pestaggio di una maestra per i “toni bruschi” utilizzati verso il figlio è davvero solo l’ultimo in ordine di tempo, ma non sarà purtroppo l’unico caso da qui in avanti. È in corso un’emergenza educativa a 360° che parte purtroppo da molto lontano negli anni e vede man mano la perdita di autorità (con l’affermassi spesso solo dell’autoritarismo inutile e dannoso) degli adulti nei confronti dei più piccoli. Una mancanza di esempio, di volontà nel voler comunicare sé e le proprie esperienza, una mancanza di apertura e introduzione alla realtà che certifica quanto ad oggi la scuola italiana – ma allargando, anche la stessa società – ha tremendamente bisogno di uomini e donne che siano educatori a tutto tondo. Schiaffi e pugni sul volto, davanti ai bambini, per aver “semplicemente” usato toni e modi bruschi non ha alcuna giustificazione e sarà, si spera, punita per questo: ma onde evitare che nei prossimi anni i casi del genere diventino sempre più cronaca “normale”, è necessaria una riflessione, pratica e non teorica, su cosa e come rifondare il rapporto umano nei vari ambiti della nostra società. Le sanzioni servono, ma non bastano…

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