Il caso della modella inglese rapita, come minaccia per ottenere il riscatto i criminali avevano minacciato di metterla in vendita sul dark web, ecco di cosa si tratta
Una storia mai chiarita del tutto, che aveva anche fatto sospettare della vittima stessa, quella della fotomodella inglese Chloe Ayling, vittima di un rapimento a Milano. Comunque sia andata la procura di Milano nel corso del processo a carico del polacco Lukasz Herba unico risultato veramente coinvolto nel fatto, à stata la condanna a 16 anni e 8 mesi di carcere. La ragazza era stata invitata a Milano con uno stratagemma, facendole credere che avrebbe dovuto incontrare persone legate al mondo della moda, per servizi fotografici. Era l’11 luglio dello scorso anno e la giovane era andata all’appuntamento per un servizio fotografico fasullo, l’aspettavano invece il polacco inquisito e il fratello che la rinchiusero in un borsone da viaggio, la caricarono in macchina dopo averle praticato una iniezione di un sonnifero e portata in un paesino del Piemonte al confine con la Francia, dove l’avrebbero tenuta sotto sequestro per una settimana. Il caso fece scalpore perché i due chiesero sì il riscatto, ma non con la minaccia di ucciderla, peggio: l’avrebbero messa in vendita sul cosiddetto dark web, quella parte di Internet dove si entra con codici particolari e dove si svolgono attività criminali di tutti i tipi, dalla pedofilia alla vendita di armi.
LE RAGAZZE SI VENDONO DAVVERO SUL WEB
La vendita di giovani ragazze non è una novità: molte ragazzine scomparse e mai più ritrovate si pensa siano state vendute a ricchi arabi o personaggi dell’est Europa che le tengono prigioniere per i loro giochi sessuali. In cambio volevano 500mila euro minacciando un’asta di partenza per i compratori a partire da 300mila euro. Stranamente una settimana dopo il polacco avrebbe liberato la fotomodella portandola direttamente al consolato. Per i media inglesi il caso risultò sospetto: era una giovanissima modella sconosciuta e perché liberarla spontaneamente. Si pensò avesse organizzato lei il tutto per farsi pubblicità. Lukasz Herba, secondo i suoi difensori, sarebbe una persona con disturbi narcisistici della personalità, e che meriterebbe una condanna lieve per il fatto di averla liberata spontaneamente. Nonostante si fosse vantato con lei di altri sequestri, in realtà non ne ha mai fatti: “si presenta agli altri come un delinquente e in effetti lo diventa quando compie il sequestro, ma prima lo era solo nella sua fantasia”. Per l’accusa, si tratta di un criminale e dopo aver scontato la condanna andrà espulso dall’Italia.