Milano, Luigi Messina condannato a 18 anni per omicidio di Rossana Belvisi: pochi minuti fa la Corte d’Assise d’Appello ha confermato la condanna per l’ex guardia giurata che nel 2017 uccise la consorte con 29 coltellate al culmine di una lite. Evitato lo sconto di pena al cinquantatreenne dunque, anche se fuori dal Tribunale meneghino non sono mancate le proteste: presente un presidio di solidarietà nei confronti della vittima e della figlia, presente in aula per assistere alla sentenza. Secondo i contestatori, la pena inflitta a Luigi Messina è stata troppo bassa: esposti cartelli con la scritta “Siamo tutti Rossana”, come riportato dai colleghi di Repubblica. Le liti tra i coniugi erano nate dopo la scoperta della moglie della doppia vita di Luigi Messina, che aveva un’altra donna e anche un altro figlio: la discussione più violenta è culminata con l’uccisione brutale della moglie. La Corte ha deciso di non concedere le attenuanti generiche all’uomo chieste dai suoi legali.
LA FIGLIA: “TROPPO POCHI”
Raggiunta dai cronisti presenti al Tribunale della Corte d’Assise d’Appello di Milano, la figlia della coppia ha commentato: “E’ andata come speravamo, almeno oggi non è arrivato alcuno sconto di pena, anche se comunque continuo a pensare che 18 anni siano pochi”. Domenico Mussico, legale che assiste Valentina Messina, ha poi commentato: “Dopo l’omicidio ha solo pensato di andare a giocare alle slot machine”, riportano i colleghi di Repubblica. La Procura aveva chiesto 30 anni di reclusione per l’assassinio, con l’uomo che ieri ha incontrato la figlia nel carcere di Pavia: “Dopo 18 mesi, mi ha detto che lui si è pentito, ma se si fosse davvero pentito si sarebbe dovuto alzare oggi e dire che rinunciava all’appello almeno”. L’uomo nel corso di un interrogatorio aveva affermato che la moglie “aveva cercato di ferirmi con un ferro da stiro”, scatenando così la sua violenta reazione: “io ho perso il controllo e l’ho colpita con un coltello”.