Sono giorni caldissimi attorno al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e non solo perché le parole sui Magistrati. Questi infatti di recente ha posto un freno al Decreto sicurezza e immigrazione sul quale non ha voluto mettere la sua firma. Il rischio è uno scontro con il Ministro degli Interni Matteo Salvini che è quello più rigido sul decreto in questione. E’ così che il nome del Presidente della Repubblica diventa di fondamentale importanza, pronto a mettersi contro con una situazione che porterebbe a una difficilissima risoluzione. Secondo La Stampa sarebbero addirittura tre o quattro i punti su cui Sergio Mattarella sarebbe inamovibile e pronto a puntare i piedi. Tra questi c’è il diritto della richiesta d’asilo garantita presente nell’articolo 10 terzo comma della Costituzione. (agg. di Matteo Fantozzi)
“INDIPENDENZA CARDINE DEMOCRAZIA”
“L’indipendenza è un cardine della democrazia”, questo uno dei passaggi più significativi dell’intervento del presidente Sergio Mattarella di fronte ai membri del Csm. Il capo dello Stato ha evidenziato, come vi abbiamo riportato, che i membri laici sono eletti per “competenze”, escludendo qualsivoglia collegamento partitico. Al fianco di Sergio Mattarella, il presidente della Camera Roberto Fico ha evoluto sottolineare l’importanza delle toghe: “Sono convinto che la magistratura è un organo indipendente che deve lavorare in piena autonomia senza alcun tipo di interferenza da parte della politica e viceversa”. Continua la terza carica dello Stato, come riportato dai colleghi di Repubblica: “La nostra Costituzione si compie se viene mantenuta la divisione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“NO A LOGICHE DI APPARTENENZA”
E’ un discorso volto a riaffermare l’indipendenza della magistratura quello pronunciato oggi da Sergio Mattarella davanti ai vecchi e nuovi membri del Csm riuniti al Quirinale. Come riportato da La Repubblica, il capo dello Stato ha ricordato come “i componenti “laici”, secondo quanto prevede lo stesso art. 104 della Costituzione, sono eletti non perché rappresentanti di singoli gruppi politici (di maggioranza o di opposizione) bensì perché, dotati di specifiche particolari professionalità, il Parlamento ha affidato loro il compito di conferire al collegio un contributo che ne integri la sensibilità”. Discorso simile per “i togati” che, ha precisato Mattarella, “non possono e non devono assumere le decisioni secondo logiche di pura appartenenza. Ciò che deve guidare i componenti – tutti – è il senso del servizio all’istituzione così come la prospettiva del servizio al Paese. Dal Consiglio Superiore della Magistratura la Repubblica si attende che questo sia l’unico criterio di comportamento”. Insomma un intervento da perfetto “arbitro”, quello dell’inquilino del Colle, il cui passaggio più “politico” è stato quello volto ad affermare che “la magistratura non deve rispondere alle opinioni correnti perché è soggetta soltanto alla legge”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL MONITO D MATTARELLA
Torna allo scoperto il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, e lo fa in occasione di un discorso rivolto ai membri del Consiglio Superiore della Magistratura, riuniti al Quirinale. «L’attenzione e la sensibilità agli effetti della comunicazione – il monito del capo dello stato – non significa orientare le decisioni giudiziarie secondo le pressioni mediatiche né, tanto meno, pensare di dover difendere pubblicamente le decisioni assunte. La magistratura, infatti, non deve rispondere alle opinioni correnti perché è soggetta soltanto alla legge».
IL PRESIDENTE TORNA SULLA POLEMICA MAGISTRATI-SALVINI
Il presidente torna quindi sulla polemica di qualche giorno fa, dopo che il ministro dell’interno, Matteo Salvini, aveva rivolto le proprie accuse alla magistratura, per via delle indagini nei suoi confronti post-Diciotti. Mattarella sostiene che «Sono invece doverose la credibilità e la trasparenza per l’agire della magistratura – le parole riportate dall’edizione online del quotidiano La Repubblica – che possano essere rafforzate anche da una adeguata comunicazione istituzionale. È pertanto auspicabile che si prosegua nella direzione intrapresa, che appare idonea a tutelare anche i singoli magistrati da sovraesposizioni cariche di pericoli e che non si rivelino utili». Infine, in merito al principio di indipendenza della giurisdizione, Mattarella sottolinea che «E’ un cardine della nostra democrazia, il csm è lo strumento previsto per dare concretezza al principio».