Un pedofilo che si aggirava nei pressi di una scuola a Milano è stato arrestato grazie all’intervento di alcuni cittadini. Lo ha reso noto il presidente del Municipio 2 del capoluogo lombardo, Samuele Pescina. Il pedofilo aveva a suo carico numerose denunce per molestie ai minori e detenzione di materiale pedopornografico. Nel 2014 salì agli onori della cronaca per essere stato arrestato dopo essere stato sorpreso al parco Formentano di largo Marinai d’Italia: era nascosto dietro a un cespuglio, mentre filmava una bambina di 7 anni semisvestita che aveva adescato con dei pretesti. Il pedofilo seriale, Giovanni V., ha quindi violato gli arresti domiciliari ieri. Ma fortunatamente i cittadini lo hanno riconosciuto e hanno lanciato subito l’allarme. «Tempestiva è stata l’azione dei preparatissimi uomini del commissariato di Villa San Giovanni che ringrazio pubblicamente per il grande lavoro che svolgono nonostante la carenza di uomini», ha dichiarato Piscina, come riportato dal Corriere della Sera.
MILANO, CITTADINI FANNO ARRESTARE PEDOFILO SERIALE
Il pedofilo seriale è stato notato mentre si aggirava all’uscita dei bambini della scuola in via Padova. Questo episodio, secondo il presidente del Municipio 2 di Milano, «evidenzia ancora una volta la necessità di una presenza fissa in via Padova anche da parte della Polizia Locale, con il necessario trasferimento del comando di zona che oggi si trova in via Settala, decisamente lontano dai problemi del Trotter e al di fuori del territorio del Municipio 2». Samuele Pescina, come riportato dal Corriere della Sera, si è detto soddisfatto per aver contribuito «a togliere questa bestia dalla strada» e ha espresso l’auspicio che non venga permesso al pedofilo di uscire di nuovo di galera per la serenità delle famiglie. «In certi casi, chiudere la cella e gettare la chiave è la soluzione migliore, considerata anche la recidività del soggetto», ha aggiunto. Pescina però ha anche giudicato incredibile il fatto che «questo individuo possa essere stato lasciato libero di tornare a casa dal solito magistrato buonista, senza alcuna certezza che non potesse violare i domiciliari».