Fernando Karadima è stato estromesso dalla Chiesa. Ad annunciarlo, un comunicato a firma Santa Sede, datato 28 settembre 2018: «Papa Francesco – si legge – ha dimesso dallo stato clericale Fernando Karadima, dell’arcidiocesi di Santiago del Cile». Karadima, 88enne, è «molto più di un criminale – scrive l’edizione online del Corriere della Sera – è un pedofilo seriale, una sintesi del male». E’ stato lui di fatto a distruggere la chiesa cilena, con ripercussioni che si ebbero poi in tutto il mondo, condannato prima dalla giustizia civile nel 2005, quindi nel 2011 dal tribunale della Congregazione per la Dottrina della fede.
PEGGIO DELLA SCOMUNICA
Con questa mossa, Bergoglio fa un ulteriore passo avanti, una sanzione che viene ritenuta peggiore della scomunica, visto che quest’ultima permette il reintegro, ma non la “dimissione”, che invece esclude per sempre dalla Chiesa colui a cui è indirizzata. Papa Francesco ha agito direttamente in base ai suoi poteri, come scritto nel canone 331 del Codice di Diritto canonico: «Il Vescovo della Chiesa di Roma, in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può sempre esercitare liberamente». Dal 28 settembre Karadima non è più un prete.