Alessio Casimirri, un altro Cesare Battisti: membro del commando che rapì Moro, ora fa lo chef in Nicaragua protetto dal regime sandinista
ALESSIO CASIMIRRI, ORA FA LO CHEF IN NICARAGUA
Nel 2015 il ministro della Giustizia Andrea Orlando annunciò l’intenzione di riportare Alessio Casimirri in Italia. Da allora però la vicenda è tornata nel silenzio totale. Nel 2017 c’è stato un piccolo “ritorno di fiamma” sui media grazie al lavoro svolto dalla commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio Moro, ma tutto cadde di nuovo nell’oblio. Così Casimirri ha continuato a lavorare ai fornelli. Nel suo locale stupisce per il suo estro e la freschezza delle sue materie prime. Come riportato da La Verità, cattura anche personalmente il pesce a San Juan e coltiva vicino al ristorante le verdure. C’è anche chi apprezza la locanda proprio per i precedenti penali del proprietario: «Piatti stupendi preparati da un ex brigatista italiano mai passato dalle carceri grazie a protezioni in alto loco. Una esperienza unica! L’ex brigatista, ora cuoco, ci ha accolto con “quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così” che hanno i reduci dagli Anni di piombo. Niente da dire», recita una recensione su TripAdvisor. Nel menù c’è anche un omaggio ad un brigatista recentemente scomparso, Prospero Gallinari, da cui prende il nome un piatto di spaghetti. E non si fa neppure pagare poco Alessio Casimirri, visto che c’è chi definisce «scandalosi» i suoi prezzi. A Managua lo chiamano “don Alessio”, che non ha mai fatto un giorno di carcere per aver ucciso Girolamo Tartaglione, allora direttore generale degli affari penali del ministero della Giustizia.