Nella giornata di mercoledì la Camera ha approvato la mini naja, il servizio di leva volontario da 6 mesi che da diritto a 12 crediti formativi universitari. Si tratta di una sorta di corso di addestramento militare in cui a esercitazioni pratiche si alternano diverse ore di studio, ed è rivolto a coloro che hanno compiuto i 18 anni di età, fino ad un massimo di 22. Castedduonline ha intervistato sull’argomento un ragazzo 20enne di Cagliari, precisamente di San Benedetto. Matteo Fanni, questo il suo nome, si è detto concorde all’iniziativa, importante dal punto di vista lavorativo ma anche sociale: «Ritengo che la naja possa formare sia lavorativamente sia a livello sociale – dice il giovane sul nuovo provvedimento del governo – è giusto che lo Stato garantisca anche questo tipo di servizio, bisogna avere dei doveri da rispettare È una buona proposta – ha aggiunto il ragazzo, che lavora al mercato civico del paese – che aiuta a crescere con dei doveri, sia lavorativi sia sociali, ma anche morali e fisici». Marco si è lasciato trasportare dai racconti degli amici più grandi che negli scorsi anni hanno dovuto sottoporsi alla leva obbligatoria: «Io non ho fatto il militare – afferma – tanti miei amici sì e mi hanno raccontato cosa significa. Sono un tipo sportivo, so cosa vuol dire anche il dover adempiere a valori di tipo fisico». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MINI-NAJA VOLONTARIA: OK DELLA CAMERA
Primo ok della Camera alla mini naja. Il progetto di legge presentato dalla Lega passerà ora in Senato, e consiste in un servizio militare della durata di sei mesi per i giovani fra i 18 e i 22 anni, distribuiti fra caserma e studio. Come riferisce l’edizione online de Il Messaggero, durante questo lasso di tempo, circa 180 giorni, i ragazzi parteciperanno a corsi di «e-learning, permanenza in caserme e strutture formative delle Forze armate ma anche studio dei valori della cittadinanza e della difesa della Patria e della conoscenza delle principali minacce alla sicurezza interna e internazionale». La proposta è passata ieri nell’Aula della Camera, bocciata solamente da Leu, ed ora approderà al Senato, dove non sembrerebbero essere previsti ostacoli insormontabili. Attenzione però, la mini naja non avrà nulla a che vedere con il vecchio servizio militare obbligatorio, in quanto sarà su base volontaria. Inoltre, viene specificato che il progetto è rivolto a quei giovani che «non abbiano tenuto nei confronti delle Istituzioni politiche dello Stato comportamenti che non diano garanzia di assoluta fedeltà alla Costituzione ed alle esigenze della sicurezza nazionale».
MINI NAJA, OK DELLA CAMERA
Durante i 6 mesi di mini-naja i partecipanti non riceveranno alcuna retribuzione ma otterranno dei crediti universitari (12 per l’esattezza), e dei “titoli per la valutazione ad ufficiale di complemento”. Si tratterà in poche parole di una sorta di corso accelerato in ambito militare, in cui si approfondiranno concetti come ad esempio le principali minacce per la sicurezza interna ed internazionale, la sicurezza cibernetica, la comprensione del valore civico della difesa della patria, e via discorrendo. Quello della naja è sempre stato un cruccio del ministro dell’interno Matteo Salvini, che non più tardi della scorsa estate, commentando alcuni insulti ricevuti su Instagram, sottolineava: «vai a vedere e molti hanno 13, 14, 15 anni e allora mi si conferma il fatto che facciamo bene a studiare i costi, i modi e i tempi per valutare se, come e quando reintrodurre il servizio militare alcuni mesi e il servizio civile per i nostri ragazzi. Così almeno si impara un po’ di educazione che i genitori non sono in grado di insegnare».